CorSport - San Siro metà fra Milan e Inter: dividere l’affare renderebbe quattro volte di più
Nonostante il Milan si sia mosso in solitaria nel corso di questi mesi sondando, anche se è dire poco, l'opzione San Donato, nelle scorse ore sarebbe stato registrato un riavvicinamento con l'Inter per un progetto di comproprietà per quanto riguarda San Siro. Le due società già nel 2019 tentarono un approccio del genere, ma in quel caso era prevista l'abolizione di San Siro e la costruzione affianco di un nuovo impianto, soluzione che fu sciaguratamente sabotata da alcuni settori della giunta Sala e poi affossato da un discutibile vincolo architettonico voluto da Sgarbi.
Al netto delle rivalità del tifo, scrive Il Corriere dello sport, l'idea di un San Siro in comproprietà è finanziariamente molto sensata. Il criterio di valutazione a cui un investimento aziendale deve sempre rispondere, continua il quotidiano, è il Valore Attuale Netto (VAN), che impone che il valore dei ricavi dall’investimento, i flussi futuri per intenderci, sia superiore alle risorse che bisogna spendere per realizzarlo. "Se il VAN è positivo, il progetto è sensato. Altrimenti, non si fa. Nessun investimento può sfuggire a questo semplice test".
Ovviamente prima che questo progetto entri nel vivo c'è bisogno di capire una serie di aspetti piuttosto importanti, come ad esempio se i costi di costruzione potranno essere coperti dai maggiori ricavi previsti negli anni futuri dalla biglietteria e da attività collaterali come ristorazione, eventi, sponsor e se la differenza tra ricavi e costi, scontati per il costo del capitale, remuneri adeguatamente il capitale investito. Senza questa prospettiva, conclude Il Corriere dello Sport, risulta impossibile attrarre nuovi investitori e di conseguenza l'investimento sarebbe impossibile da fare, anche se dividendosi l'affare, ciascuno dimezzando la propria esposizione, l’effetto sul rendimento sarà esplosivo, rendendo così in qualsiasi caso il progetto assai più redditizio per Milan e Inter.
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