Criscitiello: "Milan disastro: dove finiscono le colpe di Allegri"

Criscitiello: "Milan disastro: dove finiscono le colpe di Allegri"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 17 settembre 2012, 13:15News
di Antonio Vitiello
fonte editoriale di Michele Criscitiello per TMW

Siamo stati i primi a "sparare" su Allegri ed oggi vogliamo essere i primi a togliere un po' di polvere da sparo dalla testa di Max. Che il Milan non abbia gioco non lo dobbiamo, certamente, sottolineare noi. Le prestazioni imbarazzanti con Samp ed Atalanta (aggiungerei anche Bologna, dove si è salvato solo il risultato) sono la prova lampante di un allenatore che ha oggettivi limiti tattici. Allegri non ha le idee di Zeman, non ha la sostanza e la concretezza di Guidolin, non ha la grinta di Cosmi ma era l'ideale in un Milan di campioni. Ottimo gestore di un gruppo pieno di big, con voglia di imparare da loro e la consapevolezza che i campionati li fanno vincere i giocatori. Al primo anno Max aveva capito le regole del gioco... e ha vinto. Al secondo anno è diventato presuntuoso, ha creduto che i meriti del successo precedente fossero soprattutto i suoi e quando i big dello spogliatoio lo hanno capito lo hanno mollato; poi ha voluto che andassero via tutti: da Gattuso a Nesta, da Inzaghi a Seedorf. Se un allenatore per aggiornamento vuole andare a vedere, a Milanello, gli allenamenti di Allegri resta deluso.

Come ammette lui stesso, non porta nulla di nuovo. Zero idee, zero novità. Il problema nasce proprio qui: Galliani e Berlusconi, adesso, non possono mollare il tecnico per i scarsi risultati che sta ottenendo. Non si può pretendere da lui che completi un puzzle dove mancano i tasselli centrali. Non è Allegri l'allenatore che può far diventare campioni calciatori mediocri come Costant, Acerbi, Traore, Yepes e tanti altri. Sarà un anno di sofferenze. Il Milan di oggi ricorda l'Inter dello scorso anno. Inutile pensare ad un sostituto di Allegri, oggi, meglio pensare a domani quando finirà il campionato russo e Spalletti forse avrà voglia di tornare nel nostro Paese, seppur dovrà rinunciare ad una vagonata di milioni di euro.