MN - L'ex portiere Braglia arrabbiatissimo per il rosso a Maignan: "Dov'è la gravità?". Le motivazioni
La redazione di MilanNews.it ha intervistato in esclusiva Simone Braglia, ex portiere di Genoa e Perugia tra le tante e tesserato del Milan nella stagione 1997/98.
L’intervento da rosso di Maignan in Genoa-Milan sta facendo discutere: “Sono arrabbiato. L’ho visto adesso, non può mai essere espulsione! Dov’è la gravità? L’intervento è insito nella gestualità tecnica di come bisogna andare a prendere la palla. Il portiere alza la gamba per proteggersi, poi va con l’intento di colpire la palla lui e quindi salta più in alto. È una gestualità tecnica che viene insegnata ai portieri per andare più in alto anche con le mani. Lui va lì per evitare un’eventuale azione da gol, e la palla la prende lui. Lui alza la gamba, ma cosa deve fare? Non deve proteggersi? Deve prendere lui il colpo?”.
Il rosso però è arrivato non per condotta violenta ma per grave fallo di gioco… “È grave fallo di gioco, ma non puoi definire così un intervento dove c’è la parte agonistica di un intervento. Lo colpisce alla gola, ma come fa a capire se saltando va a colpire una parte delicata dell’avversario. Come fa uno in un intervento a stabilire di non alzare la gamba, cosa fa? Non deve difendersi? Non è possibile essere così discriminatori nei confronti del ruolo del portiere. A mio modo di vedere non c’è neanche giallo. È un intervento di gioco, duro per l’amor del cielo, non dico di no, ma è un intervento di gioco. Allora leviamo l’agonismo nel calcio, che lo dicano che non è più ammissibile. Allora rimanesse in porta a prendere gol. Ma lo dico a prescindere da Maignan, mi riferisco al ruolo. Mentre l’intervento del portiere del Genoa Martinez è da giallo, Maignan va lì per colpire di testa. E per colpire di testa e andare più in alto ha nello stacco la gestualità che è insita nella parte tecnica di quello che si insegna al portiere. Poi che fortuitamente va a prendere la gola, la testa o quant’altro come fai a stabilire di non andare a farlo? C’è la parte di agonismo, lo scontro di gioco fa parte di una meccanica che non puoi stabilire a priori. La palla la prende Maignan perché salta più in alto dell’avversario”.
La parte del regolamento che si riferisce al grave fallo di gioco però specifica queste situazioni: “Però non è fallo. Non è fallo! Non è fallo quello, non può essere fallo un intervento di quel tipo lì. Vuol dire che non si conosce, dal punto di vista agonistico, la tematica di quello che può essere uno scontro. Vuol dire che il portiere non può uscire fuori dall’area di rigore. O quando è in area di rigore non può alzare la gamba. Vuol dire che rinneghiamo al portiere una gestualità che fa parte di una storicità tecnica che è quella di alzare la gamba per proteggersi. Fa parte del fatto per andare più in alto. Quando vai a spingere, nel gesto spingi con una gamba e alzi l’altra, perché l’altra ti porta ad andare più in alto. È insito in quella che è una meccanica tecnica legata ad un movimento. Come fai a discriminare quel movimento? È quello il discorso”.
Probabilmente più che il movimento viene punito il fatto che lui colpisca alla testa l’avversario…: “Allora tu quando esci rasoterra e ti butti a capofitto e ti butti sui piedi dell’attaccante allora l’avversario deve saltare e non deve mai colpire, ma non mi sembra che oggi saltino più i portieri. Allora ogni volta che c’è un intervento va fischiato un fallo. È giusta l’incazzatura di Maignan, il suo intento e idea non è quella di andare a fare muro ma di anticipare l’avversario e lo ha anticipa, perché la palla la prende lui”.
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