Cardinale ha ricevuto il premio Leonardo Da Vinci Niaf per la Finanza: "Possedere il Milan un privilegio"

Cardinale ha ricevuto il premio Leonardo Da Vinci Niaf per la Finanza: "Possedere il Milan un privilegio"
domenica 15 ottobre 2023, 09:00Primo Piano
di Gianluigi Torre

Gerry Cardinale ha ricevuto il premio Leonardo Da Vinci Niaf per la Finanza, da Jimmy Pitaro, presidente di Espn. All'evento era presenta anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Di seguito le parole del numero uno di RedBird e proprietario del Milan: 

"Grazie Jimmy di essere qui stasera: significa molto per me che tu abbia trovato il tempo di renderlo possibile malgrado il tuo sempre super impegnato weekend di programmazione sportiva. Questo fine settimana Jimmy trasmetterà oltre 400 eventi sportivi in tutto il paese e nel mondo: un tipico fine settimana per ESPN, ma è ciò che la rende la piattaforma di contenuti sportivi più importante al mondo.

È anche nostro partner nel campionato di calcio primaverile XFL, dove abbiamo di recente annunciato una fusione con la USFL insieme alla sua proprietà Fox Sports. Jimmy – Non posso ringraziarti abbastanza per essere stato un così grande amico per me e per RedBird.

Voglio anche ringraziare l’amico Stefano Domenicali, un altro CEO visionario e talentuoso, che guida la Formula 1. È un onore essere premiato stasera insieme a Stefano e agli altri straordinari talentuosi destinatari di questo riconoscimento, che rappresentano il meglio della nostra eredità italiana nel creare un impatto positivo nel mondo.

Questa è la prima volta che ricevo un premio o un riconoscimento per un lavoro che ogni giorno considero un privilegio svolgere. Ho la fortuna di amare quello che faccio e non c’è una vera linea di demarcazione tra ciò che faccio e ciò che sono. Al riguardo, sono incredibilmente fortunato e grato per le persone straordinarie che fanno parte della mia vita, molte delle quali sono qui stasera.  

C'è un vecchio detto secondo cui sei bravo tanto quanto le persone che hai intorno - o come ha detto di recente il nostro amico ed ex giocatore del Milan Zlatan Ibrahimovic, "l'individuo viene con il collettivo, e se il collettivo fa bene, allora il singolo farà bene". Mentre stiamo per entrare nel decimo anniversario di RedBird, nel 2024, sono molto orgoglioso delle persone che con il loro incredibile talento costituiscono il "collettivo" che rende RedBird un posto così speciale in cui lavorare.

Voglio anche ringraziare Robert Allegrini e Joe Del Raso per avermi dato una illuminante prospettiva sulla NIAF e sulla sua missione.  La mia eredità italiana è qualcosa di cui sono sempre stato orgoglioso ed è grazie all’impegno congiunto dei miei genitori che questo orgoglio mi è stato instillato da bambino.

I miei ricordi più belli mentre crescevo erano i viaggi estivi che ogni anno facevamo in Italia. E in una di quelle estati del 1982, quando avevo 15 anni, mi ritrovai a festeggiare per le strade di Santa Maria Di Castellabate la vittoria dell'Italia ai Mondiali. Ricordo gli eroi di quel campionato dell’Italia – Franco Baresi, Daniele Massaro, il compianto Paolo Rossi – e ho anche un vivido ricordo di un livello di festeggiamenti mai visto prima in America.

Andando avanti, a 40 anni dopo, quasi negli stessi giorni, mi sono ritrovato in un tripudio simile fuori dal Duomo di Milano, a gioire con i milanesi per la vittoria nel Campionato Italiano dell'AC Milan. Pochi giorni prima della conquista dello Scudetto, avevamo concordato li termini per l’acquisizione dell’ACM Milan da parte di RedBird, ma abbiamo tenuto in sospeso l’annuncio dell’accordo fino a dopo la partita, per non distrarre la squadra né i tifosi. Ma mentre stavo lì in Piazza del Duomo tra gli euforici milanisti, mi sono sentito trasportare indietro nel tempo, a 40 anni prima, e alla stessa sensazione che in qualche modo questa fosse casa mia.

C’è una foto abbastanza nota di me al Duomo, scattata da un amico, che mi ritrae mentre festeggiavo con i tifosi che presto mi avrebbero conosciuto come il nuovo proprietario della loro storica franchigia. Ma in quel momento ero completamente anonimo e potevo riflettere serenamente sul surreale viaggio di 40 anni che in tanti modi ha segnato la mia vita e su cosa significa per me essere italiano.

Negli ultimi 30 anni ho investito nello sport e nei media e pensavo di aver già visto tutto e fatto tutto quello che c'era da fare nello sport. Ma quest'ultimo anno speso come proprietario del Milan a tutti gli effetti mi ha fatto apprezzare in modo completamente nuovo ciò che facciamo per vivere.  

Si, possedere uno dei brand più storici di tutto il calcio europeo è un privilegio e un'esperienza unica, a prescindere da chi tu sia. Ma come studente di storia, non puoi che divenire ben presto consapevole delle gigantesche orme italiane che stai percorrendo, così come della tua enorme responsabilità nei confronti della gente e dei tifosi che si auto-definiscono ‘Milanisti’.”

E come se ciò non bastasse a costringerti a fermarti e a calarti in tutto questo, mi sono ritrovato nel mio primo giorno ufficiale da nuovo proprietario dell'AC Milan a visitare il museo di Casa Milan, nel quartier generale del Club nel cuore di Milano, abbracciato dalla straordinaria storia e dall'eredità di questa squadra leggendaria fondata 124 anni fa.

E chi mi faceva da guida, accompagnandomi lungo questa storia? Niente meno che Franco Baresi e Daniele Massaro, due degli eroici giocatori che da ragazzo avevo visto vincere la Coppa del Mondo con l'Italia nel 1982 e che ora sono apprezzati consiglieri per me e per il team.

Dopo quell'estate di 40 anni fa, avevo portato con me un poster di quei Campioni del Mondo che ho tenuto sulla parete per il resto del liceo - e non avrei mai potuto immaginare che due di quei volti avrebbero collaborato adesso con me nella cura costante di questo storico franchise.

Per un americano, il concetto di “condivisione della proprietà” del team con i tifosi è qualcosa di nuovo. Come italoamericano, è un privilegio che impone umiltà e che mi è ben presente. Quando vinciamo, sono entusiasta per i nostri tifosi; quando perdiamo, il mio cuore patisce per loro, perché so cosa significa, specialmente dopo aver festeggiato con nel 1982 e nel 2022. Per molti versi, queste mie note di ringraziamento per il riconoscimento ricevuto questa sera sono una "canzone d'amore" per Milano e per il mio retaggio italo-americano.”

E sarei negligente verso la mia eredità se non concludessi con il più sentito ringraziamento e il dovuto riconoscimento alla mia famiglia, senza la quale non sarei qui stasera: mia madre Dorothy D'Annunzio Cardinale, che ha recentemente festeggiato il suo 85esimo compleanno; mia sorella Jeanie Cardinale Clover; mia nipote Catherine Clover; e la mia bellissima figlia Gigi, di 16 anni, che ha lasciato il suo college ad Andover per essere qui stasera.

Gigi, so di parlare a nome di nonna Dorothy e zia Jeanie nel dirti che siamo orgogliosi di trasmetterti la nostra eredità italiana. E non vedo l’ora di vedere le cose straordinarie che realizzerai nei prossimi 40 anni del tuo viaggio. Ti amo e sono molto fiero di te.

Grazie e Forza Milan".