Ha davvero senso un eventuale scambio Okafor-Abraham? Long story short, no
Non è un mistero che il Milan sia alla ricerca di un nuovo attaccante da mettere a disposizione di Fonseca e completare così, insieme ad Alvaro Morata, il reparto. Si era fatto il nome di Fullkrug del Borussia Dortmund, ma il tedesco sembra ormai essere destinato al West Ham, con gli Hammers sono disposti a sborsare ben 30 milioni, bonus più, bonus meno, per il classe 1993. Il profilo che quindi sembra essere davvero nelle mire del Milan è quello di Tammy Abraham, inglese classe 1997 della Roma in scadenza al 30 giugno 2026.
Un profilo che, viste le enormi difficoltà realizzative e fisiche degli ultimi anni, di sicuro non scalda né intriga. Soprattutto perché la Roma, che in questo mercato sta investendo molto (ma ha sfoltito altrettanto) per regalare a De Rossi una squadra competitiva, sta cercando disperatamente di liberarsene. L'ex Chelsea evidentemente non è centrale (ma neanche laterale) nel nuovo progetto giallorosso, che per l'attacco punterà tutto sul neo arrivato Dovbyk.
In questa situazione il Milan magari può pensare di strappare condizioni favorevoli come un prestito, magari con diritto, ma spingersi oltre sarebbe sinceramente difficile da capire. Parliamo di un calciatore (attualmente infortunato) che ha praticamente saltato tutta la scorsa stagione per il grave infortunio subito al crociato a giugno 2023: Abraham è tornato a marzo 2024 con risultati ovviamente discutibili. Non poteva essere altrimenti visto il prolungato periodo out. Quello che però è ancora più preoccupante di una tenuta fisica ballerina è il rendimento dell'attaccante: nell'ultima annata giocata con continuità, la 22/23, Abraham ha disputato 54 partite (Serie A, Coppa Italia, Europa League), segnando solo 9 gol. Praticamente un attaccante da un gol ogni sei partite.
Difficile capire quindi l'interesse verso l'inglese, ancora più difficile è trovare un senso nell'eventuale scambio con Noah Okafor, sia da un punto di vista tecnico che economico. Okafor nella sua prima stagione al Milan, partendo da subentrante, ha segnato in Serie A un gol ogni partita e mezza, tutti decisivi e determinanti ai termini del risultato. Un ragazzo che si è integrato bene nel contesto rossonero e che ha dato l'impressione di avere ancora tanto altro da poter dare. L'unica incognita, anche qui, sono stati i continui e fastidiosi stop fisici.
Mettiamo a confronto i costi a bilancio? Lo svizzero pesa poco meno di 6 milioni (14mln di cartellino con un quinquennale lordo di poco superiore ai 3 mln), mentra Abraham costa annualmente alla Roma 14.4 milioni (40 mln di cartellino con un quinqunnale lordo da circa 5 mln). Che senso avrebbe liberarsi di un calciatore più giovane, più talentuoso, con prospettive migliori e che pesa poco a bilancio per andare a risolvere un grave problema economico di una "rivale", portandosi in casa un giocatore che sulla testa ha un punto interrogativo grande come una casa manco fossimo in un'opera del maestro Kojima? Difficile dare una spiegazione.
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