Il nuovo centrocampo del Milan sarà mobile e compatto, parola di RLC: "Dobbiamo sempre avere opzioni per giocare palla"
Nelle prime uscite estive del Milan, contro Rapid Vienna, Manchester City e Real Madrid, si è visto come Fonseca stia cercando di modificare alcuni concetti della squadra a partire dalle fondamenta, tutte in aree chiave del gioco, a partire dal recupero palla fino all'avvio dell'azione dal basso. In tutto questo il reparto che, viste le difficoltà degli ultimi anni, aveva più necessità di cambiamenti è di sicuro il centrocampo. In queste amichevole, giocate dai rossoneri con uno spirito positivo ed un atteggiamento interessante, non si è più vista la squadra spaccata e squilibrata che eravamo abituati a vedere negli ultimi tempi.
Certo, è calcio d'estate. Ovvio, gli avversari erano senza i titolarissimi e l'agonismo non era quello di una partita ufficiale. Ma è comunque importante iniziare a vedere che quello che si è provato a Milanello prima ed in New Jersey poi sta dando dei riscontri anche sul campo, anche se per ora con alcuni concetti da sviluppare ulteriormente. In mediana si notano le differenze più grandi, in entrambe le fasi. Per ora i duelli a tutto campo hanno lasciato spazio ad un pressing più ragionato, che scatta solo quando si presenta l'occasione giusta e soprattutto grazie anche all'aiuto dei calciatori offensivi. I due centrocampisti non sono più chiamati a rincorse fin sulla trequarti avversaria, ma rimangono comunque più bassi per cercare di non lasciare scoperta la linea difensiva.
E nuovi concetti si intravedono anche, e soprattutto, nella fase di avvio azione. La squadra è compatta, con trequartista e punta (a turno) che si abbassano per offrire soluzioni ai compagni con il classico "gioco a muro". E qui si può iniziare a vedere un nuovo Loftus-Cheek, che torna a fare il centrocampista, seppur offensivo, invece che rimanere altissimo per fare la torre con il compito di spizzare i lanci lunghi dalla difesa. Il centrocampista inglese, che in questo precampionato è stato utilizzato sia più avanzato e sia nei due mediani, è capace di ricevere spalle alla porta con la pressione degli avversari addosso e soprattutto di riconoscere gli spazi dietro la prima linea di pressing avversaria quando non è lui a ricevere. L'ex Chelsea lo ha spiegato questa mattina in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Noi centrocampisti dobbiamo giocare vicini per combinare. Come squadra vogliamo costruire dal basso, dobbiamo avere sempre delle opzioni per giocare la palla. In alcune situazioni mi trovo a essere il calciatore più avanzato, ma dipende dalle rotazioni. Ci muoviamo molto".
L'aspetto fondamentale di questo discorso sta nel "dobbiamo avere sempre delle opzioni per giocare la palla". Il Milan di Fonseca sta lavorando molto per avere uscite codificate, in cui si lavora parecchio di squadra per trovare il varco giusto, senza avere la fretta e l'ossessione di lanciare o arrivare subito all'esterno d'attacco "isolato" dalla densità sul lato opposto. Non vuol dire che queste situazioni che si ritroveranno più nelle partite, ma di sicuro non saranno più il cuore dell'idea di gioco. E quindi i tifosi rossoneri dovranno aspettarsi un Loftus-Cheek meno goleador probabilmente, ma molto più presente nella manovra con i suoi strappi e i suoi centimetri, oltre che con la sua capacità di condurre palla nei varchi che i compagni dovranno essere bravi a trovare col palleggio.
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