La carta della fiducia
Il derby è una gara che va preparata con attenzione e meticolosità. Il Milan, in questo senso, rischiava di distrarsi troppo: la giornata di giovedì, in tutta la sua paradossalità, non è stata certamente un toccasana. Un flipper di notizie clamorose ha invaso i meandri di Milanello, tra giocatori ceduti, mollati e ritrovati sul filo di lana. La figura di Alexandre Pato, indebolita da rumours e prestazioni deludenti, è uscita rafforzata grazie ad un comunicato che l'ha tolto, almeno momentaneamente, dal mercato, facendolo quindi riabilitare verso il grande pubblico rossonero. C'era però un'altro milanista che, nonostante tutto, meritava da tempo di ricevere il giusto premio: Massimiliano Allegri.
Se per i giocatori è possibile attendere maggio e poi discutere i rinnovi, per gli allenatori funziona in maniera alquanto differente. La scadenza a giugno 2012, unita alle voci di una veduta non proprio affine rispetto a quella presidenziale, rischiava di diventare una vera "spada di Damocle" sia per il tecnico livornese sia per il Diavolo. Il momento di subbuglio, creato da una giornata tanto pazza quanto rara, doveva in qualche modo essere mitigato, sfruttando l'importante carta della fiducia. Non è un caso, quindi, che l'accordo tra Allegri e Galliani giunga proprio a due giorni dal derby, rinsaldando la posizione dell'allenatore toscano e rinfondendo di tranquillità tutto l'ambiente. Ora la sfida con l'Inter, sempre difficile e complicata, arriverà con una certezza in più: il Milan e Allegri continueranno il loro cammino insieme, senza trappole o pericolosi bivi.
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