La forza della normalità

E' la partita degli extraterrestri, è la partita degli umani. Il Barcellona bionico, freddo e perfetto si ferma davanti al cuore, alla passione e ai sentimenti dei rossoneri. A giganteggiare non è Ibra, non è Iniesta ma Antonini e Bonera, oltre ad un Ambrosini più capitano che mai. Il pareggio andato in scena ieri sera è un turbinio di emozioni, un'altalena di occasioni create e allo stesso tempo sbagliate. E' la partita degli imperfetti. Umani si dimostreranno anche la quaterna arbitrale e l'arbitro di linea che non vede un rigore netto per atterramento di Abbiati su Sanchez. All'inizio del match si facevano paragoni con l'Inter di Mourinho che eliminò proprio gli attuali campioni d'Europa. Per vincere la competizione più gloriosa serve qualche episodio positivo. Così fu per i nerazzurri, così è, al momento, per i rossoneri. Seedorf dispensa classe come è solito fare, ciondola giganteggiando tra le schegge avversarie con il suo ritmo ipnotico per poi guidare la squadra con accelerate improvvise. Antonini è il migliore in campo, miracolose le due scivolate che fermano Sanchez prima e Tallo poi inchiodando il risultato su uno zero a zero che lascia intatte le possibilità di qualificazione per i rossoneri. Bonera gioca con la concentrazione, l'attenzione da grande e garantisce a tutto il reparto maggiore tranquillità. Il capitano è Massimo XXIII Ambrosini, un lottatore con il cronometro in tasca. Tempismo sempre perfetto per rubare ai ricchi spagnoli palloni potenzialmente pericolosi. Scivola, corre, spinge, salta. E' onnipresente. L'unico disumano è Zlatan che ha la palla gol, la spreca e abbassa vertiginosamente il voto personale su un match disputato dallo stesso svedese in maniera sufficiente. Una palla che potrebbe valere molto più di un semplice gol. Potrebbe valere una coppa e un pallone, magari d'oro. Peccato che ieri era la sera degli essere umani...

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