La risposta alle "vacche magre"
C’è in giro chi si frega le mani per l’inizio del calciomercato, un periodo che per tanti è come una droga: provoca appagamento per mezzo di nomi che nella maggior parte dei casi rimangono sogni e non diventano realtà. Il problema è che da qualche tempo le probabilità in Italia si sono ridotte ulteriormente: la pesca grossa è diventata più difficile. Non c’è più un quattrino, per dirla “pane al pane”, ma non per questo si finisce di fare mercato. Ci si arrangia con le risorse che si hanno a disposizione e si punta tutto sulla competenza, sulla capacità di fare affari: fattori che in casa Milan di certo non mancano. Occorrono idee, capacità di gestione di risorse ed uomini, occorre voglia di cambiare, ma soprattutto, occorre progettualità. Un disegno preciso, grazie al quale nel giro di 1-2 anni si possa tornare ad altissimi livelli. Una progettualità che non può prescindere da elementi cardinali come Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic, le due estremità della spina dorsale rossonera.
Ambito da mezza Europa il primo, costantemente sull’orlo della gastrite, il secondo. “Rimangono tutti e due”, ha chiosato Massimiliano Allegri in giornata a Milan Channel, sintetizzando l’unica rassicurazione possibile (e sincera) per i tifosi del Milan, che per quanto non gioiscano all’idea di vedere lo svedese con la fascia da capitano, lo fanno ancora meno pensando ad un Milan orfano della media gol del n.11. Quanto a Thiago Silva, beh, in lui il popolo rossonero vede il nuovo Baresi, il nuovo che prende per mano il meglio del retaggio della vecchia difesa rossonera. C’è un’idea: tenere i più forti, costruendo il futuro su di loro. E’ un eccellente punto di partenza, ma la strada per tornare grandi ha bisogno di altre tappe. Cruciali, importanti, mirate e figlie della tanto agognata (ma necessaria) progettualità.
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