Maignan a Sky: "Mi hanno chiamato scimmia. Parlare non serve a niente: stiano a casa! Tutti mi hanno sostenuto"
Mike Maignan, portiere del Milan, ha parlato a SkySport al termine di Udinese-Milan, match in cui è stato - purtroppo - bersaglio di cori razzisti da parte di alcuni tifosi friulani.
Cosa è successo?
"Al primo rinvio sono andato a prendere la palla e ho sentito chiamarmi 'scimmia', ma non ho detto niente; poi lo hanno rifatto ancora e ho chiesto aiuto alla panchina, poi ho detto che non si può giocare così a calcio. Non è la prima volta che mi succede né a me né ad altri giocatori. Sono cose che vanno dette. Sono persone ignoranti. Il tifoso viene allo stadio per tifare, magari per fischiare, ma queste cose nel calcio non devono succedere".
Tutti ti hanno sostenuto...
"Abbiamo un grande club, un gruppo molto forte, siamo una famiglia. Tutti mi hanno sostenuto. Poi siamo andati nel campo con più voglia per vincere la partita per questo motivo qua. La risposta giusta è vincere".
In classifica guardate avanti o indietro?
"Ora non guardo la classifica, non ci sono punti da contare, ma solo pensare partita dopo partita, vincere, dare il meglio. Non possiamo oggi guardare avanti o dietro la classifica, se no perdiamo punti".
Cosa diresti se incontrassi chi ti ha rivolto i cori razzisti?
"Ora non voglio incontrare nessuno, non ci voglio parlare. Devono avere sanzioni molto forti, perché parlare non serve più a niente. Devono stare a casa e non venire più allo stadio. Il calcio è bello perché si viene allo stadio, con le famiglie, per divertirsi".
Complimenti per quello che hai fatto...
"Noi giocatori possiamo reagire solo così. La procura deve prendere decisioni forti. Prendono sempre le nostre parole dopo le partite, ma poi non succede niente".
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