Milan, il "nuovo" Gattuso ce l'hai in attacco

Milan, il "nuovo" Gattuso ce l'hai in attacco MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
lunedì 21 maggio 2012, 08:00Primo Piano
di Stefano Maraviglia

Il Milan di oggi registra più partenze che arrivi, la mediana "piange" addii fondamentali, ma stando alle parole di Adriano Galliani, nonostante mille e più difficoltà e assalti su vari fronti, il gruppo della prossima stagione sarà tanto competitivo, da poter regalare anche la Champions a Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese appunto, uno dei due fiori all'occhiello, di una squadra operaia non solo in mediana. Se Thiago Silva è il penultimo baluardo (dietro lui solo Abbiati), Ibra è il primo dello scacchiere. La considerazione non è da reputarsi folle, i numeri confermano ciò detto. Se negli ultimi anni la maglia n.8 indossata da Gennaro Gattuso, ha rappresentato nel mondo il simbolo dell'interdizione (calcistica) fatta uomo, oggi, è la n.11 dell'ariete ex Barça a battersi in mischia, come quella del Ringhio rossonero.

Dopo la classifica "marcatori" e quella dei "passaggi smarcanti", Zlatan fa sua anche quella dei "palloni recuperati", o meglio, domina incontrastato sui tre colleghi piazzatisi dopo di lui, nella graduatoria dei cannonieri. Il milanista infatti nelle sue 32 presenze, si è contraddistinto per il solito alto tasso agonistico, motivo che lo ha aiutato a sradicare agli avversari, tanti palloni persi malamente dai compagni, o semplicemente amministrati in fase di impostazione dai rivali. 87 sono le volte che Ibrahimovic ha recuperato la sfera giostrata dagli avversari, contro le 72 in 35 apparizioni di Cavani, 56 in 33 presenze di Milito e 58 in 36 match disputati da Di Natale. Il dato che in se dice ben poco, inserito nell'ottica della fase difensiva, acquista un'importanza unica, contando che al suo fianco, Robinho ha contribuito con ben 76 recuperi di palla, in "appena" 28 partite giocate. La corsa di Gattuso resterà sempre l'emblema del Milan settepolmoni, l'addio del mediano responsabilizza non solo i compagni di reparto, ma soprattutto gli attaccanti, chiamati a difendere per primi, sull'impostazione della formazione avversaria.