Un'unpopular opinion su Ruben Loftus-Cheek
Tradotto letteralmente "opinione impopolare", che nel linguaggio dello scambiarsi pensieri sul web diventa un'opinione che va in netta controtendenza rispetto al sentire comune, andando a toccare corde che quasi sfiorano l'assurdo ma che, almeno per chi lo dice o scrive, hanno un fondo di verità che dovrebbe smuovere un po' le acque del dialogo. Diciamo pure che può essere classificata come una provocazione pronunciata col sorriso sulle labbra, tra il serio ed il faceto.
Preambolo necessario, per capire bene e non fraintendere quello che state per leggere: la prima stagione in rossonero di Ruben Loftus-Cheek è stata allo stesso tempo soddisfacente e deludente. Com'è possibile? Beh, lo avevamo detto che sarebbe stata un'unpopular opinion.
Di questi tempi un anno fa Loftus-Cheek passava al Milan dal Chelsea per circa 16 milioni di euro più bonus, con il centrocampista che ha firmato un contratto per rimanere in rossonero fino al 30 giugno 2027, con uno stipendio da circa 4 milioni di euro netti (5,24 lordi col Decreto Crescita) per un costo annuo di poco superiore ai 9 milioni di euro.
Nel suo primo anno a San Siro l'inglese ha giocato 40 partite ufficiali (29 Serie A, 6 Europa League, 1 Coppa Italia e 4 in Champions League), segnando 10 gol (6 in Serie A e 4 in Europa League) e mettendo a segno un assist (in Serie A). Com'è possibile che un centrocampista che nella sua prima stagione in un nuovo campionato raggiunga il suo record di gol segnati possa essere considerato anche deludente? Vi diamo un contesto più ampio, andando a riprendere delle dichiarazioni del giocatore a Milan TV nel mese di febbraio, più o meno a metà stagione.
In che ruolo ti trovi meglio? “Ho giocato in diversi ruoli nella mia carriera, quindi mi sento a mio agio in qualsiasi ruolo. Con il passare degli anni mi sento sempre più un centrocampista a tutto tondo e questo mi fa divertire di più”.
La tua qualità più importante? “Sicuramente la mia fisicità. Sono robusto, ho forza, velocità e potenza e quando riesco a combinare queste caratteristiche con le mie qualità tecniche posso avere un impatto maggiore sulla partita”.
Ruolo e fisicità, fisicità e ruolo, due fattori che si combinano e che servono a spiegare come mai Loftus per certi versi non abbia soddisfatto. È arrivato al Milan come mezz'ala box-to-box, un centrocampista che avrebbe fatto della sua capacità di trascinare da solo il reparto il suo punto chiave, risultando allo stesso tempo dinamico e roccioso. Questa versione l'abbiamo vista pochissimo, per lo più ad inizio stagione, e le motivazioni diverse.
La prima, i problemi fisici: in autunno una pubalgia l'ha condizionato enormemente, lasciandolo ai box per più di un mese (35 giorni per la precisione) e influenzandone anche il rendimento successivo. La seconda, legata alla prima: il ruolo che gli ha cucito addosso mister Pioli. Dopo l'inconveniente fisico Loftus è stato schierato praticamente sempre da trequartista dietro alla punta, in una posizione decisamente statica e che poco sfruttava la sua fisicità straripante. Fisicità che però si è vista sempre più col contagocce; il giocatore si è definito "robusto, con forza, velocità e potenza", ma è evidente che dopo l'infortunio abbia avuto una sorta di allergia allo scontro fisico, diventando sempre più un corpo avulso alla manovra e alla lotta nella zona centrale e nevralgica del campo.
Il Loftus-Cheek visto contro il PSG, il giocatore che da solo ha annientato il centrocampo multimilionario dei parigini, purtroppo non si è più visto nel corso della stagione. Bisogna capire quindi quanto sia dipeso dal fastidio fisico e quanto dalle richieste di mister Stefano Pioli, che comunque è riuscito a tirargli fuori 10 gol stagionali ed è ovviamente un merito (per entrambi) che va assolutamente sottolineato.
Ma il calcio non è fatto solo di numeri e dati ma di tanto altro, e le prestazioni dell'inglese per gran parte dell'annata non sono state all'altezza delle sue enormi potenzialità. Potenzialità che comunque ha fatto vedere anche in rossonero a sprazzi, per questo scriviamo che il suo primo anno al Milan è stato sia deludente che soddisfacente.
Ora sta a Paulo Fonseca, e soprattutto il suo staff atletico, a riuscire a schierare ogni domenica la miglior versione del numero 8: nel caso ci riuscisse il Milan avrebbe a disposizione un calciatore di livello assolutamente mondiale.
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