Adesso serve continuità
Il successo contro il Cagliari è stato ossigeno puro per un Milan sull'orlo del baratro; problemi e difficoltà non sono svaniti come per incanto, ma essere riusciti a sfatare il tabù San Siro, aver segnato, aver vinto e non aver subito gol sono tutte cose che fanno bene al morale e daranno coraggio ad una squadra che ha bisogno proprio di ritrovare fiducia e consapevolezza della propria forza; questo Milan non sarà certo uno squadrone e nessuno (a parte qualche alto dirigente dopo gli acquisti last-minute di fine agosto) vuole certo dimostrare che possa vincere campionato e/o Champions League, ma non è nemmeno la squadra mediocre e che balbetta calcio inconcludente vista in quasi tutte le partite di questo inizio di stagione. La verità sta nel mezzo, cioè dobbiamo abituarci ad una squadra che dovrà sudarsi qualunque successo, che ci farà soffrire e penare, ma che può ottenere qualche buon risultato e giocarsela contro chiunque, se ritroverà in fretta autostima e coraggio, che in questo momento mancano più delle doti tecniche. La doppietta di El Shaarawy è un'iniezione di fiducia per il calciatore, ma anche per tutta la squadra, che almeno ha scoperto di avere un giovane affidabile sul quale contare per "metterla dentro" (condizione necessaria per poter sperare di vincere le partite), proprio nel momento in cui Pazzini, dopo lo strabiliante esordio dal primo minuto con tanto di tripletta, è piombato in crisi ma non solo per colpa sua, visto che è un attaccante che ha bisogno di rifornimenti e questi arrivano con il contagocce da parte di una squadra che ha problemi di gioco e una manovra lenta e farraginosa. Allegri deve sistemare molte cose: trovare il giusto assetto a centrocampo, dove troppi giocatori stanno rendendo al di sotto delle proprie possibilità, rendere più ermetica una difesa che soffre terribilmente in occasione di ogni cross o traversone, capire se le tre punte possono essere sopportate dal resto della squadra o se ci vuole più equilibrio, anche se in realtà quasi mai si tratta di tre punte vere (tanto per interderci mercoledì una delle punte era Emanuelson); intanto vincere aiuta a vincere e per questo battere il Cagliari è stato fondamentale, ma non può bastare se si vuole provare a tornare nelle zone alte della classifica e ci vuole un'altra vittoria a Parma anche per caricarsi a dovere in vista della difficile trasferta di San Pietroburgo e, soprattutto, del derby.
Comunque la squadra ha capito che non deve camminare da sola: abbandonata dalla maggior parte dei tifosi (mai lo stadio era stato così vuoto nell'era Berlusconi) ha accanto a sè la Curva Sud, che non ha mai smesso di incitarla e sostenerla in ogni partita e per questo ha incassato i graditi complimenti e ringraziamenti di Galliani, che dopo la partita contro il Cagliari ha detto che la curva è stata fantastica, anche più della squadra e, infatti, al triplice fischio dell'arbitro i ragazzi sono venuti sotto il cuore pulsante del tifo rossonero (e unico settore abbastanza pieno) a ringraziare ed applaudire chi li aveva applauditi a prescindere per tutti i novanta e più minuti. Insieme si può andare lontano nonostante le difficoltà, anche se ci sarà da soffrire, ma il vero tifoso sa che il calcio non è solo divertimento, bensì è anche sofferenza e bisogna lottare con il coltello fra i denti per ottenere grandi risultati, soprattutto quando non si è uno squadrone invincibile e imbattibile, ma una formazione rinnovata, ringiovanita e con giocatori più modesti rispetto al passato. La curva è tornata quella di un tempo, con il tifo inversamente proporzionale al valore della squadra: molti anni fa, prima dei fasti dell'epopea berlusconiana, più la squadra era "scarsa" più lo stadio era pieno e più alto era il volume dei cori, perchè è in questi momenti che serve il sostegno, visto che una squadra forte vince comunque, mentre una meno competitiva ha bisogno dell'aiuto del dodicesimo uomo. Questo Milan, comunque, non è tutto da buttare come pensano molti tifosi che lo hanno abbandonato a se stesso: ci sono problemi, ci sono giocatori non da Milan, ma si stanno scoprendo e affermando giovani di valore, come El Shaarawy o De Sciglio e se alcuni altri giocatori torneranno su livelli ottimali di rendimento (parlo dei vari Nocerino, Montolivo, Pazzini, Boateng, Robinho e l'eterno convalescente Pato), si potrebbe finalmente capire che questa squadra può avere un futuro. Forse per Allegri è giunto il momento di scegliere un nucleo abbastanza fisso di giocatori, attorno ai quali far ruotare gli altri e che giochino, non dico tutte, ma la maggior parte delle partite, perchè per ottenere continuità di rendimento ci vuole continuità di formazione, soprattutto se si cercano automatismi e gioco a memoria, cose impossibili da ottenere se ad ogni partita si cambia gran parte della formazione. Parma è un importante banco di prova sotto molti aspetti, ma l'ex Donadoni ci aspetta al varco per fare uno scherzetto ad un ambiente che conosce bene e che gli è rimasto nel cuore; qualcuno parla addirittura di lui come di uno dei tanti pretendenti alla panchina di Allegri, ma chi vuole bene al Milan spera che il tecnico toscano resti ancora a lungo l'allenatore rossonero, perchè vorrebbe dire che la stagione è andata bene e qualche obiettivo, seppur minimo, è stato centrato. Tornare da Parma con i tre punti in tasca sarebbe importante, ma prima di tutto si chiede a questa squadra di giocare con personalità, coraggio e senza paura o timore, perchè non verrà mai lasciata sola, qualunque cosa accada, da chi ha il Milan nel cuore e quando si ha una grande curva che ti sostiene tutto può essere più facile!
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2024 milannews.it - Tutti i diritti riservati