Allegramente sospesi fra passato e futuro

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lunedì 13 giugno 2011, 01:52Vista dalla Curva
di Davide Bin
L'entusiasmo per la conquista dello scudetto non si è ancora spento ad un mese di distanza, ma è già tempo di pensare alla prossima stagione, con tanti obiettivi da raggiungere.

In una delle tante domeniche estive senza calcio d'alto livello, è normale che il pensiero dei tifosi rossoneri torni automaticamente indietro di un mese, ai magici giorni dello scudetto; riassaporate a mente fredda certe emozioni e sensazioni sembrano ancor più belle e si possono gustare giorno dopo giorno, vedendo un balcone ancora imbandierato o sentendo casualmente in televisione la mitica canzone "We are the champions", colonna sonora di tante vittorie rossonere e, ovviamente, anche della festa per lo scudetto nel post-partita di Milan-Cagliari. Il Milan è finalmente tornato sul tetto d'Italia dopo sette anni, il Milan è tornato a vincere qualcosa d'importante dopo tre stagioni passate più che altro a vedere gli altri (Inter) esultare: più precisamente, due stagioni da "sero tituli" e una, la prima delle tre citate, in cui erano arrivate "solo" la Supercoppa europea e il Mondiale per club, che non possono essere consideratri trofei che da soli impreziosiscono una stagione ma più che altro sono appendici della stagione precedente; in pratica era dal maggio del 2007 (Champions League ad Atene) che non si esultava per una grande vittoria e ciò, sommato con la lunga astinenza da scudetto (l'ultimo nel 2004), nel frattempo finito troppo spesso dall'altra parte di Milano, ha creato questo clima di grande esultanza e di gioia sfrenata quando è arrivata la matematica certezza della conquista del diciottesimo scudetto, scucito proprio dalle maglie nerazzurre e pronto a fare bella mostra su quelle rossonere a partire dalla prima apparizione della prossima stagione. La notte di Roma, la fantastica giornata dei festeggiamenti una settimana dopo per tutta Milano, ma anche i due derby vinti, i due successi sul Napoli, la vittoria "amuleto" di Torino contro la Juve (che molto spesso fa rima con scudetto e anche questa volta la tradizione è stata rispettata) e tante altre partite importanti e decisive (trasferte di Firenze e Brescia tanto per fare due esempi), perchè lo scudetto lo vinci giornata dopo giornata, sommando punto a punto, vittoria a vittoria e sono tante, in pratica quasi tutte, le tappe decisive da fine agosto a maggio; bisogna essere continui e costanti per nove mesi, limitare al minimo i passi falsi e non sbagliare nei momenti fondamentali e il Milan è stato capace di fare tutto questo. Lo scudetto rossonero è stato meritatissimo e lo dimostrano i quattro successi in altrettanti confronti diretti con le squadre giunte sul "podio" a far compagnia al Milan; Inter e Napoli sono state battute sempre e, soprattutto, nettamente nel girone di ritorno con egual trattamento (3-0), quasi a voler legittimare una supremazia che da novembre in poi non è stata mai messa davvero in discussione, se non a marzo dopo il pareggio interno contro il Bari e la sconfitta di Palermo proprio alla vigilia del derby. Lo scudetto è stata una vittoria collettiva, perchè tutti i giocatori hanno dato il loro contributo, magari minimo ma importante (penso ad esempio al gol vittoria di Strasser a Cagliari in un momento delicato della stagione o al doppio assist di Oddo a Napoli, tanto per fare due esempi di giocatori che sono stati impiegati pochissimo); Allegri lo ha ribadito costantemente, perchè per costruire un gruppo forte e compatto bisogna far sentire tutti importanti e partecipi al progetto e questo è stato uno dei meriti dell'allenatore, anche se non l'unico. Allegri, infatti, ha creato un Milan camaleontico, capace di sopperire a qualunque assenza (ad esempio quelle lunga di Pirlo o le tante contemporanee all'inizio del 2011), in grado di cambiare gioco a seconda di chi scendeva in campo di volta in volta e che ha saputo liberarsi con il tempo anche dall'Ibradipendenza; lo svedese è stato fondamentale nella prima parte del campionato, contribuendo al cambio di mentalità e, soprattutto, portando molto "fieno in cascina" (punti in classifica) con i suoi gol, ma nel finale di stagione il Milan ha impresso l'accelerata decisiva verso lo scudetto proprio senza di lui, assente per squalifica in molte delle ultime partite. Grande Allegri, quindi, ma grande anche la società, molto spesso accusata in questi anni di non saper più fare il bene del Milan in fase di campagna acquisti, ma che nella stagione che si è da poco conclusa è riuscita a mettere a segno colpi importanti e a dare in mano ad Allegri una rosa adeguata e prontamente ritoccata nel mercato di gennaio, quando i tanti infortuni rischiavano di mettere a rischio la conquista dello scudetto.

Ovviamente non si può guardare solo al passato, anche se non vorremmo mai smettere di rivivere le bellissime e coinvolgenti sensazioni per l'esaltante vittoria dello scudetto; in pratica la nuova stagione è già iniziata, magari non per i giocatori, che si stanno godendo le meritate vacanze, ma sicuramente per i tifosi (molti dei quali hanno già rinnovato l'abbonamento visto che la fase di prelazione della campagna abbonamenti sta per finire fra pochi giorni) e, soprattutto, per la società, che deve ulteriormente rinforzare una rosa già di per sè competitiva ma non certo perfetta; bisogna difendere lo scudetto appena cucito sulla maglia, bisogna tornare vincenti anche in Europa dopo qualche stagione deludente che ha visto il Milan uscire sempre dalle competizioni europee nella prima sfida ad eliminazione diretta della cosiddetta fase primaverile e per fare tutto ciò è necessario integrare il gruppo, anche se questa volta c'è più serenità e meno ansia nell'ambiente per quanto riguarda il mercato; in effetti lo scenario è cambiato radicalmente in soli dodici mesi e basta riavvolgere il nastro della memoria e ricordare cosa pensavamo e dicevamo un anno fa per capirlo. La scorsa estate c'era rabbia e rassegnazione, si temeva un'altra stagione di transizione e senza vittorie e il malcontento del popolo rossonero era culminato nelle contestazione nel giorno del raduno a Milanello; poi sono arrivati Ibrahimovic e Robinho, Boateng e Cassano e con loro gol, vittorie e, soprattutto, lo scudetto e un anno dopo l'atmosfera è decisamente cambiata. Inoltre la società si è già mossa con tempestività e saggezza sul mercato (Taiwo e Mexes a parametro zero) e promette almeno un grande acquisto, in particolare a centrocampo per sostituire il "grande partente", ovvero Andrea Pirlo, che ha deciso di lasciare il Milan dopo dieci anni di grandi soddisfazioni e al termine dell'unica stagione in cui non è stato fondamentale per il funzionamento dell'ingranaggio del gioco rossonero (un altro grande merito di Allegri, perchè si era sempre pensato che Pirlo fosse insostituibile e, invece, è arrivato lo scudetto proprio quando il regista ha giocato pochissimo per colpa degli infortuni). La società può lavorare con calma e serenità al grande colpo, perchè proprio un anno fa ha dimostrato che gli acquisti migliori si fanno ma non si dichiarano (Ibra) e che non bisogna avere fretta, visto che il mercato finisce il 31 agosto e anche a campionato già iniziato si può costruire una squadra in grado di stupire tutti ed interrompere l'egemonia nerazzurra. Ora è il Milan la squadra da battere, ma i rossoneri sono consapevoli dei propri mezzi e delle proprie qualità, la vittoria dello scudetto ha dato entusiasmo e farà crescere ulteriormente il gruppo, quindi si può guardare con fiducia al futuro; non accadeva da qualche estate e per questo anche questa volta siamo sospesi fra passato e futuro, ricordiamo con gioia e nostalgia l'esaltante cammino verso il diciottesimo scudetto ma non vediamo l'ora che inizia la nuova stagione per tornare ad appassionarci alle vicende rossonere e la piacevole novità rispetto al recente passato è che possiamo allegramente svolazzare sulle ali dell'entusiasmo e lasciare lavorare in pace la società, sicuri che il nuovo Milan che si radunerà a metà luglio saprà ancora farci emozionare, divertire e gioire, perchè i campioni dell'Italia siamo noi e questo è il vero tormentone dell'estate rossonera, una magica estate da scudettati!