Giustizia è fatta...o forse no!

Giustizia è fatta...o forse no!MilanNews.it
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venerdì 8 luglio 2011, 01:08Vista dalla Curva
di Davide Bin
Cinque anni dopo Calciopoli, finalmente sappiamo che anche l'Inter non era esente da colpe e assolutamente onesta, come molti del resto sospettavano fin da allora, ma ormai la storia ha fatto il suo corso e fare davvero giustizia ormai è impossibile

"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta; prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico". Recita più o meno così un antico proverbio cinese per far capire che prima o poi i nodi vengono al pettine, non bisogna accanirsi per cercare immediata vendetta, ma basta aver pazienza perchè il tempo è galantuomo. E' stata questa la mia reazione alla "folle" estate del 2006, quella di Calciopoli in cui il Milan venne accusato, giudicato e condannato e in cui sembrava che più o meno tutte le principali squadre del calcio italiano fossero bande di malviventi che tramavano a suon di telefonate compromettenti, mentre c'era una sola "isola felice", sull'altra sponda del Naviglio, abitata da gente onesta e irreprensibile che subiva inenarrabili torti senza minimamente cercare di partecipare alla congiura e rimanendo totalmente estranea ai fatti come vittima sacrificale innocente. La recente relazione di Palazzi, riguardante le indagini sulle intercettazioni chissà perchè non ricevute a suo tempo e ormai "fuori tempo massimo" a causa della prescrizione, ha permesso, invece, non di riscrivere, ma almeno di aggiornare e completare la storia di quella triste estate e ha fatto giustizia agli occhi di chi, come il sottoscritto, si era pazientemente seduto lungo la riva del fiume ad aspettare. Come già detto, non ci potranno essere conseguenze sul piano sportivo per via della prescrizione, ma è già abbastanza sapere che, se si fosse giocato a carte completamente scoperte già nel 2006, forse la cosiddetta "banda degli onesti" non avrebbe potuto fregiarsi di tale nomina e, anzi, sarebbe finita sotto la scure della giustizia sportiva come tante altre società (Milan, Fiorentina, Lazio, Reggina, mentre la Juve era e resta un caso a parte e ben più grave e, quindi, ha poco da protestare, ma questa è un'altra storia) e con tutte le conseguenze del caso.

Verrebbe da dire che ora giustizia è fatta, ma ripensandoci bene non è proprio così, perchè le sentenze del 2006 (ora incomplete, è ufficiale) hanno spianato la strada al successivo dominio dell'Inter in campionato, che si è appena concluso con la conquista del 18° scudetto da parte del Milan che ha interrotto l'egemonia nerazzurra. A chi lo avesse dimenticato, infatti, ricordo che cinque estati fa l'Inter si ritrovò senza avversari, non solo sul campo (Juventus retrocessa, Milan penalizzato), ma anche sul mercato, perchè la Juve fu costretta a cedere molti dei suoi campioni e l'Inter fece da "avvoltoio" accaparrandosene un paio (Ibrahimovic e Vieira); fino a qui niente di male, se non fosse che Ibra era già praticamente del Milan ma poi non se ne fece nulla perchè il destino dei rossoneri era incerto (addirittura rischiavano la retrocessione, richiesta da Palazzi e, soprattutto, non si sapeva se avrebbero potuto partecipare alla Champions League, da sempre chiodo fisso dello svedese che non l'ha mai vinta); inutile aggiungere, soprattutto dopo averlo avuto in squadra nell'ultimo vittorioso campionato, che la presenza di Ibrahimovic cambia (e molto) gli equilibri di un campionato a favore di chi lo può schierare in squadra, quindi l'Inter si è ritrovata un giocatore decisivo in rosa e ha potuto costruire uno squadrone che ha aperto un ciclo soprattutto in Italia. Pensiamo per un momento a cosa sarebbe successo se l'indagine appena conclusa da Palazzi fosse stata effettuata quando era giusto, legittimo e doveroso, ovvero nell'estate del 2006: quasi sicuramente l'Inter sarebbe stata deferita e trattata alla stessa stregua di Milan o Fiorentina, quindi penalizzata per il campionato successivo ma, soprattutto, avrebbe vissuto, come le altre squadre implicate in Calciopoli, un'estate difficile con la spada di Damocle sulla testa, ovvero non conoscere il proprio destino fino alle sentenze definitive (arrivate a fine luglio); ciò avrebbe cambiato radicalmente il suo destino (perchè magari Ibra avrebbe fatto altre scelte e con lui anche altri) e la storia dei successivi campionati e questo è il vero danno procurato dalle sentenze "parziali" di Calciopoli, non tanto quello scudetto assegnato a tavolino che era, è e resterà "di cartone" qualunque sia il suo destino e del quale, personalmente non mi interessa molto, anche se di fatto la vera squadra penalizzata dal "sistema Moggi", soprattutto in quella stagione, era stata proprio il Milan. Se gli interisti sono fieri e orgogliosi di quel tricolore mai conquistato sul campo, ma ottenuto "in automatico" per effetto della riscrittura della classifica in base alle sentenze (incomplete, ora si sa) di Calciopoli, se lo tengano pure, ma la smettano di considerarlo lo scudetto dell'onestà, si tolgano l'aureola dei santi e non facciano più le vittime di un sistema al quale anche loro hanno tentato di partecipare; Facchetti voleva garantire vantaggi in classifica all'Inter nello stesso modo usato da dirigenti di altre squadre e se proprio vogliamo rispettare la memoria di chi non c'è più, anche "la posizione di Moratti appare presentare profili di rilievo disciplinare, anche se di gravità decisamente inferiore rispetto a Facchetti" (il virgolettato si riferisce alle parole usate da Palazzi), quindi anche considerando la posizione di chi è ancora vivo e vegeto l'Inter avrebbe rischiato deferimento e successive condanne, quindi non vale nemmeno la scusa di non infangare un galantuomo come Facchetti che non si può più difendere. Ovviamente la domanda sorge spontanea: chi e perchè ha impedito che Palazzi potesse indagare anche su quelle intercettazioni scottanti per l'Inter già nel 2006? Difficile rispondere con certezza senza prove e, in fondo, ormai conta poco, perchè la storia è stata scritta e non si può più cambiare, a meno che, in un impensabile scatto di orgoglio, l'Inter decida di rinunciare alla prescrizione e di fare chiarezza lasciandosi processare e giudicare; in fondo si dice "male non fare, paura non avere" e per questo Palazzi ha lanciato il guanto di sfida ai nerazzurri: siete davvero strasicuri di essere vittime innocenti estranee al sistema? Dimostratelo e tutti ve ne renderanno atto, mentre a questo punto nascondersi dietro al paravento della prescrizione salva la bacheca ma infanga l'onore, perchè rimarrà sempre la censura di chi per anni ha detto che "così facevano tutti" e ora sa che era davvero così, anche se il tempo per fare davvero giustizia è scaduto e la soddisfazione rimarrà solo morale, ma ugualmente appagante, perchè finalmente i paladini dell'onestà devono scendere dal loro piedistallo dorato e ammettere che nemmeno loro sono perfetti, perchè l'onestà non ammette prescrizione!