Dagli interisti ai napoletani: tutti parlano del Milan, perché? La "trappola calendario" per ora non ha funzionato. Theo, abbiamo un problema
Sono spuntati fuori tutti, ma proprio tutti. Inutile nascondersi dietro presunti pulpiti di imparzialità, sabato sera nel post Genoa-Milan gli schermi degli smartphone hanno preso fuoco con il fu Twitter invaso di moviole ad hoc, rosicamenti vari ed eventuali da nord a sud. Che il Milan vada alla sosta di ottobre in testa al campionato fa rodere tutti, perché il calendario tremendo dei rossoneri è stato esorcizzato dai risultati. La scoppolona nel derby è stata una sorta di sveglia per tutti, un ritorno alla realtà che ha permesso a Pioli e ai suoi giocatori, utilizzati quasi tutti per necessità e convinzione, di risalire la china e di registrarsi come gruppo. Perché la vittoria di Genova serviva tremendamente ai giocatori per sentirsi ancora più forti. Sono partite come queste che danno segnali di competitività per la stagione che verrà.
Con buona pace di tutti coloro che puntualmente sbeffeggiano il Milan ad ogni minimo movimento e poi si trovano un allenatore, Simone Inzaghi, che piange ad ogni partita anche sugli angoli non dati (si era angolo quello nel finale di partita) o chi ha fatto tarantelle per Osimhen e perorato il sabotaggio di Garcia. Oh, parlano tutti del Milan e poi si dimenticano quello che hanno in casa. Pazzesco. Però se lo diciamo noi, ci vengono anche a fare le lezioni di bon ton o ci mandano messaggini su whatsapp che certe cose non si fanno. O vale per tutti o non vale per nessuno. Non si facciano figli e figliastri.
Il Milan ha vinto lo scudetto? Certo che no, ma rispetto alla scorsa stagione, ha dato un’indicazione di forza collettiva e di una profondità della rosa maggiore rispetto anche alla vittoria del titolo di due stagioni fa. L’attacco di sabato, almeno nel primo tempo, non ha funzionato anche a causa di un avversario che ha chiuso ogni spazio. Inutile inchiodare Jovic alla croce della vergogna. Arriverà anche il suo momento, magari con una condizione fisica superiore. Di certo c’è che il celebre calendario, sul quale non si placano le polemiche specie su chi è preposto a stilarlo e a garantire un criterio di equità anche in quella sede (almeno sulla carta), ha spolpato di energie i giocatori che ora andranno con le rispettive nazionali e partiranno i soliti 10 giorni di rumba, nella speranza che non accada nulla.
Al ritorno, il Milan giocherà contro Juventus, Psg e Napoli. Una settimana di fuoco assoluto, con la partita con la Juve che vedrà Pioli doversi affidare nuovamente a Marco Sportiello tra i pali a causa del “rosso” di Maignan mentre a sinistra non ci sarà Theo Hernandez. Ecco, il terzino francese non sta attraversando un primo scorcio di stagione positivo. Cinque gialli in sette partite giocate sulle otto disponibili sono troppi e la cosa ancor più grave sono i modi in cui li ha presi. Proteste plateali e inutili contro gli arbitri e falli di gioco evitabili, come quello di sabato sera. Insomma, cinque gialli imbecilli. Sarà stanco oppure non è entrato in forma come avrebbe voluto? Probabile che sia un mix delle due cose, ma dopo le nazionali è ipotizzabile che gli venga fatto un bel discorso sul tema, anche perché ricopre un ruolo importante dentro la squadra e certe cose non devono accadere.
Ma in fin dei conti, anche su questo argomento, tutti si sentiranno in dovere di parlare e di dire. Però quando toccherà a loro, che abbiano il coraggio di fare lo stesso e non stiano zitti.
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