Disastro del turco ma Kessie ha le sue colpe. L’eleganza di Singer nuovo marchio del club. Ibra in nazionale e Florenzi-Messias due nodi
Tre argomenti da mettere in fila. Cominciamo, inevitabilmente, dalla notte di Champions league. Dal mio punto di osservazione, nella classifica degli orrori commessi, il primo posto tocca a Frank Kessiè. E spiego subito. Non perché abbia commesso chissà quale fallo tale da meritare il secondo giallo. No, non è questo il punto. Gli è mancata la lucidità di capire che inseguire quel contrasto inutile a centrocampo sarebbe stato contro producente e pericoloso. Secondo appunto: lui arriva in ritardo sulla caviglia del rivale perché non è ancora il Kessiè dei mesi precedenti, del passato torneo. Terzo punto: ho come l’impressione che gli pesi, più nella testa che sui muscoli, la vicenda contrattuale. Obiettivamente Kessiè andrebbe incontro a una figura di emme qualora, dopo la famosa intervista in Giappone (“appena torno in Italia sistemo tutto e firmo”), dovesse concludere che il suo futuro è lontano da Milanello. Non c’è sempre un legame accertato tra le vicende contrattuali e quelle calcistiche ma in alcuni casi (con persone particolarmente sensibili), il rendimento ne risente. L’importante -qui ripetita juvant- è fissare con il suo agente la linea del Piave: e cioè stabilire entro quale data (non oltre ottobre però) Kessiè deve far conoscere la sua decisione finale. Andare avanti così, nell’incertezza assoluta, non giova a nessuno col sospetto che sia già da un’altra parte con la testa. Il pubblico milanista, già con Donnarumma, si è reso protagonista di un comportamento maturo. Fischi e pernacchie saranno distribuiti in numero industriale durante la prossima apparizione della Nazionale a Milano. Questo e nient’altro.
Secondo argomento: arbitri e stile Milan. Fa bene il club a non alzare la voce sul conto di quello sciagurato fischietto turco di Milan-Atletico Madrid. Fa bene perché lo sfondone è talmente evidente e le tv europee l’hanno talmente dilatato da immaginare che saranno gli stessi vertici arbitrali Uefa (Rosetti) a spiegargli che almeno nell’uso del var deve migliorare, oltre che nella vista.
Terzo e ultimo argomento: Ibra e mercato. Zlatan è stato convocato dalla nazionale svedese. Il suo ct ha fatto di più: ha dichiarato alla stampa che è d’accordo con l’interessato per averlo comunque in ritiro. Io non so se in questo senso abbia ricevuto il nulla osta della società. So soltanto però che sul punto Ibra si gioca molto perché non è pensabile che chi non è abile per il club (che gli versa puntuale lo stipendio) possa diventare abile ed arruolato per la nazionale.
Veniamo al mercato. È ormai evidente che alcuni “pezzi” del mercato arrivato negli ultimi giorni di calcio-mercato hanno risposto ad esigenze di natura economica più che tecnica. Florenzi deve sottoporsi a un contro medico a Roma e qualcuno considera il suo ridotto contributo alla causa rossonera spiegato da questo acciacco. Anche Giroud, a dire il vero, è ancora sotto tono e sotto il livello plausibile di condizione. Bisognerà attenderlo alla riprova ma già ora sono più i giudizi critici che le aspettative. Infine Messias che è arrivato a Milanello con un infortunio e lo sta smaltendo a fatica. Forse si poteva aspirare a qualcosa di meglio.
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