I tifosi presi a schiaffi. Roma è già un bivio. Ma... un centrocampo a 3? Due parole su Rocchi e Bisoli

I tifosi presi a schiaffi. Roma è già un bivio. Ma... un centrocampo a 3? Due parole su Rocchi e BisoliMilanNews.it
venerdì 30 agosto 2024, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Schiaffi e pugni nello stomaco hanno subito i tifosi rossoneri nei primi 180' di campionato, come sul set di un western. Intontiti, increduli (non tutti: i profeti del tracollo sono a migliaia), disarmati. La Lazio è già la prima porta girevole della stagione, prematura mai inevitabile. 

Tutto l'impianto è in discussione: la filosofia societaria; le strategie di mercato, specie quelle degli ultimi giorni; la guida tecnica; la scarsa determinazione della squadra. Molto c'è da esaminare, poco da difendere e salvare. Tutto si è sciolto nella canicola di un'estate di contraddizioni dove Saelemakers era stato il più brillante, scaraventato a occupare ben 3 ruoli nel debutto col Torino, ed ora invece diventa merce di scambio per un centravanti le cui doti nessuno ricorda più dopo mesi di oblio. Eppure Abraham è stato il più prolifico giocatore inglese nella stagione d'esordio (17 reti in serie A nel 2021-22). Mentre scrivo non ho ancora conoscenza dei dettagli di quest'ultima operazione, il conguaglio che consentirà alla Roma eventualmente di piombare su Koné per esempio. Ci saranno delle spiegazioni, come su e per Fonseca, come su e per altre scelte, nonostante sia molto evidente che a nessun tifoso ne basti più alcuna, di spiegazione... C'è fame atavica di fatti, c'è fame atavica di risultati. Non esistono altre medicine, non sono sufficienti palliativi. 

Qualche luce di speranza dallo scampolo di Morata, da quello di Fofana e dai 90' a Parma di Pavlovic. Poi le parate di Maignan, l'impegno sterile di Musah, un pizzico di Pulisic. Niente altro. La Lazio, l'Olimpico, sono già una sliding door vitale, sono già un bivio dove inforcare il binario morto può essere letale per un ambiente che non aspetta altro: rialzarsi dopo gli schiaffi e reagire con una contestazione cruenta. L'esasperazione parte da lontano, lo sappiamo tutti. Era necessaria una svolta positiva, il Milan è invece sprofondato nelle tenebre. Sono sempre stato convinto che nello sport l'atteggiamento, la determinazione, la rabbia agonistica, la fame, possano compensare a difetti strutturali anche evidenti, ma se la speranza è che siano i giocatori, questi giocatori a dare una mano alla società e all'allenatore, essa si infrange sugli scogli a riva e torna al largo.

Dai tempi immediatamente successivi a Kessie e Tonali, pare preistoria ormai, sono sempre stato convinto che sarebbero serviti 3 centrocampisti: un regista, un interditore, uno capace di fare entrambe le cose. La difesa ha bisogno di protezione, perché tende a sbriciolarsi al primo soffio di vento, e l'attacco può anche campare con una costruzione più ordinata e lineare. Se Loftus Cheek, una delle mie delusioni maggiori in questa fase, non alza il livello, sarà bene pensare di affiancare un terzo mediano a Rejinders e Fofana, privandosi del trequartista. Non inventare qualcosa, ma ridisegnarla in base a quelli che sono i limiti della squadra e non le sue caratteristiche peculiari. Un'altra stagione costretti a segnare 3 gol ad ogni partita per vincerla, non è pensabile.

Chiudo con un paio di brevi off topic. Il designatore Gianluca Rocchi ha dichiarato tolleranza zero per le proteste nei confronti degli arbitri, da questa stagione. Forse un messaggio in codice, dopo aver riempito di lodi ed elogi Giuseppe Marotta...? Complimenti a Pierpaolo Bisoli, allenatore del Modena: una carriera in panchina senza grandi picchi, in realtà, ma in una recente conferenza stampa ho apprezzato alcuni passaggi relativi al mondo del calcio paragonato ad altri sport, che ho apprezzato e condiviso.