Il ritorno di Ibra. Come Achille, figlio di Peleo, sotto le mura di Ilio

Il ritorno di Ibra. Come Achille, figlio di Peleo, sotto le mura di IlioMilanNews.it
mercoledì 8 febbraio 2023, 00:00Editoriale
di Carlo Pellegatti

Siamo non lontani dalle mura di Milanello. Zlatan Ibrahimovic è ancora seduto nella sua tenda. Non esce da troppi mesi. Soffre, soffre tanto, perchè non riesce ad aiutare i suoi compagni, che stanno attraversando i trenta giorni piu’ bui, piu’ angoscianti del terzo millennio. 

Conosce bene la storia di Achille, il figlio di Peleo e della Ninfa Teti, sotto la città di Ilio. L’eroe greco era rimasto orgogliosamente nel suo giaciglio, lasciando i Greci al proprio destino, dopo un aspro contrasto con Agamennone. Il re degli Achei pretendeva di avere Briseide, la schiava preferita di Achille. Lui, furibondo, abbandona la battaglia. Ibra invece non ha potuto aiutare i suoi amici, con i quali aveva festeggiato lo Scudetto. E’ ancora dolente il ginocchio operato. Li vede soffrire, li vede in balia degli eventi. Lavora duro allora per tornare a guidare a nuovi successi la sua terra, il suo Milan. Non lo scoraggia l’inaspettata decisione di non inserirlo nella lista Uefa. I suoi compagni hanno un tremendo bisogno di lui. Anche il derby è perso. Ora il Milan è solo sesto. Dopo tante settimane, dopo tanti mesi ricchi di successi, sempre al vertice grazie anche allo splendido contributo del magnifico Ibra.

Paolo Maldini decide di incontrarlo, prima di Milan-Torino. Entra nella sua tenda ed affronta subito l’argomento piu’ delicato.
“Pioli è un uomo fiero e ha compiuto la sua scelta”.
“Ha mandato te - risponde Ibra - a farmi le sue scuse?"
“Il mondo appare semplice a te, amico mio, ma quando sei allenatore pochissime scelte sono semplici - poi continua a voce ferma- Tu non sai che cosa sia la paura, è questo il tuo problema, ma anche la tua forza. La paura, a volte, è utile. Abbiamo bisogno di te - prosegue il leggendario Capitano - Il Milan ha bisogno di te”.
“Il Milan se la cavava benissimo prima che nascessi. E sarà grande anche quando non ci sarò più.” Risponde, con un sospiro, Ibra.
“Non sto parlando del Milan – insiste Maldini – i giocatori, i tuoi compagni,hanno bisogno di te.”
Zlatan guarda davanti a sé, riflettendo.
Maldini è perentorio: "Resta con noi.Tu sei nato per questa partita".
“Non è più così semplice oggi". ribatte Ibra poi continua: "Sai quanto ti stimi, grande Paolo, ma in questa situazione sei al seguito”. 
Con un sospiro, Maldini risponde: "A volte si deve seguire per poter guidare. Spero che un giorno lo capirai.” Paolo Maldini esce dalla tenda, preoccupato.

Mentre Ibra beve un goccio di sidro, sente la voce concitata del suo il Capitano, Davide Calabria. Scosta la tenda e lo saluta. 
“Rimani qui?" chiede con forza.
“Questa è la mia intenzione" risponde Zlatan guardandolo fisso negli occhi.
"Siamo stati battuti e vogliamo tornare grandi. E presto! Non puoi rimanere ancora nella tua tenda!!”
"Se sei impaziente di giocare, ci saranno altre partite. Te lo assicuro". esclama calmo Zlatan.  
“Ma è il nostro popolo, il popolo rossonero che ti vuole. Siamo noi che ti vogliamo, noi i Campioni d’Italia. Quelli che hai condotto alla vittoria più trionfale e più sentita. Quella sull’Inter, sulla rivale più fiera!"
Zlatan scuote la testa. E ritorna così dentro, ma è scosso. Ripensa alla storia di Achille.  

Nella battaglia di Troia Patroclo, il compagno del Pelide, decide di assumere le sembianze di Achille indossando la sua corazza, il suo scudo, i suoi gambali e il suo elmo. I Mirmidoni pensano allora che sia tornato il loro comandante e conducono l’assalto. Patroclo viene però ucciso da Ettore. Achille piange, disperato, la scomparsa del suo caro amico. Poi prende la sua decisione. Lo vuole vendicare. “Prendi la mia corazza!” comanda a un guerriero vicino a lui. Si fa portare il cocchio e sale, fiero e orgoglioso. Quando appare ai Greci, un urlo tremendo lacera il cielo azzurro sopra Troia. Sentono già più vicina la vittoria, che finalmente arride ai Greci dopo dieci lunghi anni di assedio.

Tira vento martedì a Milanello. La giornata è tersa. Dopo aver rivisto l’ultimo derby perso, è ancora più cupo. Ripensa alle parole di Paolo Maldini e a quelle del suo capitano Calabria. Allora il suo sguardo, fiero e pauroso, improvvisamente si illumina. “Fabio, Hashan, portatemi i calzari e le scarpe. E’ martedì. Fra tre giorni si gioca. Voglio esserci!". Poi guarda, quasi con una punta di disprezzo, la cicatrice ancora ben visibile sul ginocchio e quel legamento che ha osato fermare la sua corsa verso la gloria imperitura. 
“Mi avete creato per essere il più forte. Io ritorno in campo. Io non ho paura!" urla ai suoi protettori lassù sull’Olimpo. Esce dalla tenda. I compagni lo guardano prima stupiti, poi parte un coro. “Ibra ,Ibra ,Ibra … Ibra Supremacy”. Stefano Pioli incrocia lo sguardo di Paolo Maldini e di Ricky Massara. Anche a loro il cuore batte più forte.
“Andiamo!“ grida con voce stentorea l’Invincibile.
“Si torna a vincere!”.

Entra in campo. L’allenamento si fa duro, intenso, terribile. Severo, feroce, meravigliosamente insopportabile, Ibra comincia a comandare, a spronare, a guidare i suoi compagni, che già sembrano aver già dimenticato le tribolazioni delle ultime settimane. Segna anche due gol. L’eroe non dimenticato la sua grandezza. Il popolo rossonero è già informato della notizia più attesa. 
“Ma è vero? Ritorna Zlatan? L’eroe ci guiderà alla vittoria" dicono due tifosi già in fila per prendere i biglietti di Milan -Torino. La prevendita diventa frenetica. Una nuova vibrazione sta attraversando il cuore sofferente dei rossoneri. Lo aspetteranno fuori San Siro, per la prima ovazione. Poi finalmente entrerà in campo, sul suo campo. Sembra ieri quando sfilò sul tappeto rosso, in quella domenica notte di fine agosto di tredici anni fa. Lo stesso applauso, la stessa emozione, lo stesso sentimento di invincibilità che solo Achille, sotto le mura di Ilio, e Zlatan  sotto le tribune di San Siro, hanno saputo e sanno trasmettere. Tremino gli avversari! Invincible Ibra è tornato. Lunga gloria all’eroe, lunga gloria a Zlatan ibrahimovic!

I dialoghi sono liberamente tratti e si sono ispirati al film "Troy" di Wolfang Petersen. Le parole dei protagonisti sono pura fantasia dell’autore.