La rivoluzione non funziona e ora i danni sono profondi. Ma Cardinale cosa pensa di tutto questo? Retroscena Gasp: in estate era un nome per la panchina

La rivoluzione non funziona e ora i danni sono profondi. Ma Cardinale cosa pensa di tutto questo? Retroscena Gasp: in estate era un nome per la panchinaMilanNews.it
lunedì 9 dicembre 2024, 18:37Editoriale
di Pietro Mazzara

Un all in culturale che sta portando il Milan fuori dalla propria dimensione. La sconfitta di Bergamo di venerdì sera è l’ennesima riprova che questa stagione rischia seriamente di andare in malora e che l’asterisco in classifica dovuto al rinvio della partita con il Bologna non può, non è e non deve essere un alibi per quanto succede. Facile esaltarsi per le vittorie contro l’Empoli e contro le riserve del Sassuolo, ma poi arriva la dura verità: questo Milan è indietro rispetto ad Atalanta, Inter e Napoli e dovrà sgomitare non poco per cercare di abbrancare il quarto posto per rimanere in Champions League. Qualora tale fattispecie non dovesse verificarsi, si rischierebbe una caduta nel baratro fragorosa che mettere club e squadra davanti a un ridimensionamento molto importante con annessi cambi di rotta, sotto tutti i punti di vista. Non è pessimismo cosmico, non è voler remare contro, è la triste realtà di quello che si vede nel corso delle settimane in campo. La squadra ha dimostrato, per l’ennesimo anno, di esser assemblata male, l’ambiente attorno alla stessa si ispira alla Premier League, ma in Italia le cose funzionano diversamente. Serve gente di campo, serve un direttore sportivo vero che stia a Milanello e che possa prendere delle scelte, tecniche e gestionali e di mercato, accanto a Moncada. Non si può lasciare la squadra in balia di sé stessa, dei suoi problemi di gioco ma anche ambientali. 

Chissà cosa ne pensa Gerry Cardinale di tutto questo. Chissà cosa avrà detto a Ibrahimovic, Furlani e Moncada nel viaggio a New York dei tre. Chissà se si rende davvero conto di quanto sia grave la situazione a Milano e al Milan, con il suo investimento che rischia di deprezzarsi clamorosamente in caso di non qualificazione alla Champions League. Chissà se qualcuno si prenderà mai delle responsabilità pubbliche per le scelte estive fatte, dall’allenatore a Emerson Royal. Il dopo Pioli doveva essere diverso, perché in Italia gli allenatori stranieri, a meno che non siano dei top manager, non vincono e fanno sempre male in termini di risultati.

Retroscena di cui sono venuto in possesso: in estate il Milan avrebbe potuto affondare su Gian Piero Gasperini, che dopo la vittoria dell’Europa League sembrava aver chiuso il suo ciclo all’Atalanta. Gasp avrebbe accettato la panchina rossonera portando, probabilmente, quella rivoluzione tecnica e di mentalità che la dirigenza invece è andata a cercare in un profilo straniero. Ma gli allenatori di personalità, si sa, sono difficili da gestire sia dal punto di vista delle richieste tecniche sia sotto il piano comunicativo, perché non hanno paura di dire quello che pensano come dimostrano Conte, Gasperini, De Zerbi e altri. Quindi, meglio evitare problemi e andare in una direzione che sta portando il Milan a un qualcosa che non era minimamente pronosticabile. Piaccia o meno, in Italia le squadre funzionano se c’è coesione tra dirigenza sportiva, allenatore e squadra. Qualcuno ha detto scudetto 2021-22?

E che dire di Milan Futuro? Un progetto utilissimo, ne parlavo con Filippo Galli fin dal lontano 2011 quando era responsabile del settore giovanile, sul quale sono stati investiti 12 milioni di euro e che, ad oggi, rischia di naufragare viste le prestazioni della squadra allenata da Daniele Bonera al netto della vittoria di ieri, che mi auguro dia fiducia e serenità, perché ce n'è bisogno. Affidata alla gestione di Kirovski, arrivato dagli Usa e inesperto di ciò che è la realtà della Serie C italiana, la seconda squadra milanista avrebbe avuto la possibilità di contInuare il suo lavoro con Ignazio Abate in panchina, che già conosceva i giocatori che lo adoravano, ma invece si è scontrata con le decisioni di Ibrahimovic, rese note da Repubblica qualche settimana fa. È stata sbagliata proprio l'impostazione: lo storico della Juventus serviva da esempio, perché i ragazzi vanno fatti crescere per sei mesi-un anno insieme per iniziare a vedere i primi vagiti di risultati. Invece la rosa corta della prima squadra ha portato a tanti "effetto yo-yo" che snaturano Milan Futuro e che, salvo Camarda, non hanno fatto granché bene ai ragazzi, che si vedono spezzati il ritmo mentale della settimana. 

A dicembre c'è un ambiente Milan da paura, con tifosi disillusi e quella sensazione - che diventa sempre più certezza - che la barca imbarchi acqua in continuazione.