Mercato: già a Natale… qualche botto di gennaio. Atalanta e Newcastle reindirizzano la stagione. Lasciamo in pace Camarda. Tra RedBird e Investcorp uno stadio di mezzo
La girandola di nomi per il mercato di gennaio è iniziata puntualmente alle soglie di Natale: sembrerebbe che già sotto l'albero Pioli troverà qualche pacchetto incartato, da Popovic a Miranda fino a Kiwior. Stiamo a vedere. L'importante è che chi arrivi si mantenga sano, avendo così la possibilità di lavorare, integrarsi, dare una mano... Farei insomma tutto ciò che possono fare i buoni calciatori quando stanno bene. I profili sono buoni, ambiti da molti altri club, con la solita differenza che se li prendono loro sono colpi, se li prende il Milan sono scommesse. Già sappiamo.
Il discorso vale anche per i giovani Camarda e Simic, i quali si sono affacciati in prima squadra in queste settimane di emergenza. Nel pre-partita con il Frosinone (che terrorizzava qualche tifoso perché era la sorpresa del campionato, poi una volta vinto 3-1 hanno ironizzato gli stessi hanno ironizzato sul fatto che non sia il Real Madrid...) discutevamo sull'opportunità di dargli una chance - gli attaccanti di Di Francesco sono coetanei di Simic - o preferire Hernandez e Jovic. Scegliendo personalmente gli ultimi due, ho fatto leva non solo sulla loro maggiore esperienza, ma sul senso di responsabilità: con il Borussia Dortmund hanno fallito i presenti in campo, non gli assenti. Dalla reazione contro la squadra ciociara, mi è poi parso di poter dire che da parte dei rossoneri la professionalità, il gruppo tanto sbandierato, la condivisione delle idee di Pioli siano state conclamate. Circa quest'ultimo punto, direi valesse almeno la pena sottolineare che uno spogliatoio spaccato non affronta una gara con quell'atteggiamento, così come aveva fatto 7 giorni prima contro la Fiorentina. Ecco perché sono fermamente convinto che i bravi giovani vadano lanciati eccome, ma vanno aiutati, non devono essere loro ad aiutare: con addosso una maglia così, il fardello sarebbe il doppio pesante.
Ora Atalanta e Newcastle, un doppio bivio per reindirizzare la stagione. A Bergamo per restare agganciati ai locomotori, in Inghilterra per rimanere in sella all'Europa. Intendo la Champions e solo la Champions, perché per quanto mi riguarda un Milan fuori dalle coppe non è mai una buona notizia o - come si dice per la Juventus in questa stagione - un vantaggio: confesso però che con la rosa ridotta spesso ai minimi termini, restare impegnati su due fronti (uno dei quali l'Europa League eventuale) un po' spaventa. Ad ogni buon conto non rinuncerei mai alla vetrina internazionale, contemporaneamente da protagonista in serie A.
La narrazione delle situazioni societarie del Milan in questi ultimi anni è spesso un po' colorita, folkloristica, fuorviante. Sembra ora che Gerry Cardinale stia bussando a porte di altri investitori, alla ricerca di alleanze finanziarie per affrontare il progetto stadio e non solo. E' per questo obiettivo che il gruppo americano guida il Milan, inutile girarci in giro, sebbene ulteriori sforzi sul mercato di gennaio darebbero credibilità alla tesi per cui anche la competitività debba confermarsi di alto livello. Ora che pure Commisso (suo malgrado) sta sbattendo la faccia contro la politica (miope e scellerata) che gli impedisce un nuovo impianto a Firenze, come era successo a Pallotta a Roma, forse riusciamo a pesare meglio quanto sia stato importante individuare rapidamente l'area di San Donato - svicolando da Sala - e formulare proposte e progetti per poter posare il primo mattone nel 2025.
Sarà un business, dunque è assolutamente normale che un colosso del Barhein come Investcorp sia avvicinato all'area Milan o RedBird o Cardinale o Elliott come più vi piaccia. Qualcuno ha attribuito l'ipotesi persino a un'iniziativa di Paolo Maldini. Che un club di calcio come questo, uno dei più titolati e prestigiosi al mondo, sia appetibile a molti avendo in pancia lo stadio di proprietà, sarà naturale e fisiologico. Se contatti e ciarle iniziano già adesso, parrebbe ancora più scontato. Lo sono molto meno, invece, prospettive e scenari che ipotizzano un nuovo closing imminente, l'ennesimo riassetto della proprietà, l'ingresso di nuovi comandanti in divisa: non abboccate, sono racconti assai più destabilizzanti di un'intervista esclusiva...
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