Pioli saggio e coraggioso. Sono un Adlista felice. Avrei firmato con penna e calamaio i risultati dell’allenatore rossonero.
Lo dico prima. Mi piacciono le scelte di Stefano Pioli. A Cagliari, il tecnico milanista schiera un attacco inedito, ma fresco, veloce, intrigante. A destra Chuk deve confermare le sue qualità, che lo hanno portato a diventare il giocatore con più dribbling riusciti nella scorsa stagione nella Liga, dietro solo a Vinicius. Okafor mi ha impressionato per velocità e tecnica, nelle due apparizioni di Roma e sabato a San Siro. Rimane l’incognita suggestiva di un suo adattamento a punta centrale, ma sono sicuro che Pioli abbia inventato una posizione, ideale a esaltare il suo scatto e il suo dribbling. A sinistra la sicurezza Pulisic, che sulla fascia mancina pare più a suo agio che in altre zone del campo. Una partita importante perché deve cominciare a schiarirci le idee circa la bontà del mercato scorso. Mercato che comunque è stato già positivo in Reijnders, in Loftus-Cheek, nello stesso Pulisic e in Sportiello. Sì, in un portiere che garantisce totale affidabilità, sicurezza e esperienza. Sua la parata più bella e decisiva di questo inizio di stagione, una parata che ha regalato due punti al Milan opposto al Verona. L’aspetto più petillant del match in terra sarda riguarda però il debutto stagionale di Yacine Adli. Soprattutto per gli ADLIDISTI come me. “Mozart” potrebbe essere la lieta sorpresa della stagione. Ha studiato nella Fucina degli Artisti di Milanello, in queste settimane, in un ruolo nuovo per lui. Da centrocampista centrale.
Nelle amichevoli estive, aveva mostrato incoraggianti segni di senso della posizione, di intelligenza tattica e soprattutto di personalità. Ecco la personalità e il coraggio mi sembrano le doti peculiari del giocatore francese, che potrebbe regalarsi e regalare al Milan una svolta importante, per quanto riguarda il ruolo di Bennacer e di Krunic. Qualcuno ha paragonato il suo cammino a quello di Pirlo. Vietato fare smorfie di disappunto, mentre leggete queste righe. Prima di diventare uno dei registi più bravi degli ultimi venti anni, in campo italiano e internazionale, ricordo bene le critiche che piovevano sulla sua testa, prima che Ancelotti gli desse la bacchetta di Riccardo Chailly. Ricordo i commenti sulle prestazioni del “talentino “, così veniva chiamato. Sembrava il classico prospetto di difficile collocazione. Poi ha trovato la sua posizione ed è esploso in tutta la sua grandezza. Al suo fianco, lo aiuteranno Loftus-Cheek e Reijnders, ormai ben sintonizzati sulle idee tattiche di Pioli. Apriamo una parentesi sull’allenatore rossonero. Le continue sconfitte nei derby lo hanno messo in brutta luce per una parte della tifoseria rossonera. E’ comunque un Milan, che anche in questa stagione, ha sbagliato una partita su sei, con una media in campionato di 2,4 punti per partita, che porterebbe la squadra, in proiezione, a un punteggio finale di 91 punti, cioè alte probabilità di Stella. Non so quando e chi verrà dopo di lui, ma chiunque possa sedere sulla panchina rossonera, mi auguro che possa ottenere, in tre anni, un secondo posto, vincere uno Scudetto, conquistare una semifinale in Champions League, e lottare sempre per il vertice. Se il suo successore vorrà superarlo, dovrà vincere due scudetti e regalare ai tifosi almeno una finale di Champions League. Risultati ottenuti con una squadra mai data favorita e sempre relegata nel ruolo di sorpresa. Volete sapere il mio parere? Se mi avessero detto che sarei tornato in CL, poi avrei conquistato uno Scudetto, vinto il derby decisivo per il titolo, lottato in Champions fino a maggio, ma perso cinque derby in un anno, avrei firmato con penna, puntina Torre Eiffel, e calamaio. Anche a costo di sporcarmi le mani, come in seconda elementare. Dei tempi miei.
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