Pronti il 21 agosto: due altre mosse e le cessioni per completare la rosa. L'upgrade che attende Pioli. Gli assurdi paragoni con Fassone e Mirabelli. Finiamola anche con i processi a Maldini...
Sarò breve. Il prendi, incarta e porta a casa di Furlani, Moncada e i loro collaboratori, in questi due mesi scarsi, è la vera preziosa caratteristica del mercato 2023 del Milan: l'obiettivo al centro del mirino. Ci hanno raccontato delle beffe (Frattesi, Thuram), dell'occasione Kamada, poi abbiamo scoperto che in realtà la dirigenza rossonera non aveva proseguito su quelle piste per le richieste del Sassuolo, l'ingaggio spropositato (o comunque elevatissimo) del figlio d'arte finito alla Juve, dei 5 milioni netti (e altrettanti di commissioni) l'anno pretesi dall'ex Eintracht.
Adesso, ovviamente, la prova del campo. Starà ai giocatori, ma starà anche e soprattutto a Pioli. Mancano qualche cessione, un paio di altre pedine e la rosa per il 21 agosto potrebbe essere già completa. L'allenatore avrà alternative di spessore, di valore, a una formazione titolare rinnovata per 4/5 undicesimi (non sono pochi). Dovrà proseguire nel suo lavoro che ha restituito competitività e mentalità al Milan, dovrà crescere nella gestione dei singoli e del turnover con scelte più ampie, più affidabili. Trovare le soluzioni perché tutti rendano al meglio. Personalmente, di Stefano Pioli ho imparato a fidarmi.
Nonostante i molti colpi messi a segno e che, come ho scritto venerdì scorso, sarebbero stati celebrati con le fanfare da scudetto se realizzati da qualche altro club, anche tra i tifosi milanisti non manca un po' di scetticismo. C'è una grande confusione tra scommesse e certezze, qualcuno addirittura ha paragonato questa sessione di mercato a quella di Fassone e Mirabelli nell'estate dei 200 e passa milioni. La capacità di analisi passa anche dal saper valutare con serenità i periodi storici, i contesti, le situazioni, ma servono - per questo - lucidità, distacco, serenità. Il tifoso è ancora sottosopra per una stagione così altalenante e contraddittoria, per gli addii che hanno coinvolto Ibra, Maldini, Massara, Tonali e la perdita di Berlusconi, certamente.
Una via di uscita sarebbe concludere i processi postumi a Paolo Maldini e alla sua epoca dirigenziale. Continuo a leggere e a sentire cose insopportabili, poco obiettive, condizionate dalla vicinanza o semplicemente dalla simpatia o antipatia per l'uomo. E' ridicolo. Paolo ha riportato il Milan a vincere lo scudetto, a presenziare in Champions, ad essere competitivo in Italia e in Europa. Tutto il resto è bar, dove in questa canicola invito tutti a bersi (con parsimonia) qualcosa di fresco: fa bene all'anima, allo spirito e alle idee. La storia rimane tale, il resto sono il presente e il futuro.
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