Radicalismo Leao e Tomori. Ottobre incasinato e media Champions
Mi aspettavo, e in fondo in fondo, non mi nascondo mai dietro un dito, ci speravo, che Rafa Leao giocasse questa sera a Monza. Perchè la classifica è brutta, il momento è topico, gli alti e bassi continuano, e con meno frastuono andiamo in campo meglio è. E anche perchè il Leao visto contro Fiorentina, Bruges e Napoli non sarà stato il miglior Rafa di tutti i tempi, ma è stato comunque un discreto Leao, sicuramente non quello ciondolante e involuto di cui parla a vanvera troppa gente, quella gente che ha scoperto quanta visibilità si ha se si parla di lui. Se il Mister ha scelto altrimenti, e lo scopriremo definitivamente e ufficialmente solo nel pre-partita di Monza, concedetemelo, lo ha fatto per la sua visione di squadra, per quel modo di stare in campo cui tende con forza e per il quale si espone e ci mette la faccia. Non solo Leao, ma anche Tomori. Non vedo partiti presi, ma scelte coerenti. Forti, da allenatore che non prepara la partita in panciolle e in pantofole, ma mettendoci la faccia, prendendosi tanta pressione e tanta responsabilità. Non lo so onestamente, speriamo bene. Speriamo per il Milan. Speriamo per stasera.
Speravo Leao giocasse, perchè abbiamo bisogno di normalità. Con il Napoli è andata così, perchè non poteva che andare così. Dopo un pessimo agosto e un ottimo settembre, siamo infatti arrivati alla sfida contro Conte al culmine di un ottobre incasinato. Troppo incasinato. Dopo quello che è accaduto a Firenze, ci siamo beccati e l'abbiamo dovuta ingollare sorso a sorso una sosta allucinante, due settimane a parlare e sparlare, berciare e petulare solo di noi e su di noi. Poi bene contro l'Udinese, ma per un contatto cercato solo da Lovric ci espellono per due partite Reijnders, tutta quella contro i friulani e quella contro il Napoli, Battiamo il Bruges, ma facciamo il secondo e terzo gol quando esce Leao. Altro caso. Due vittorie ma niente pace. A quel punto prepariamo Bologna, e invece ecco il sindaco torquemada, che nel weekend di Bologna-Milan permette la qualunque in città tranne che lo svolgimento di Bologna-Milan, identificando ancora il Milan con Berlusconi e con una parte politica a lui avversa. Altro caos, poi si infortuna Gabbia. Si blocca l'intestino di Pulisic e si va in campo. Dove succede quel che doveva succedere, viste le tante premesse.
Riavvolgendo il nastro: pessimo agosto, figlio dell'ultimo traumatico mese e mezzo della scorsa stagione e dell'inevitabile scossa di passaggio ad un nuovo allenatore dopo cinque anni cinque di consuetudini e di continuità. Ma da metà settembre, dal dopo Roma, un minimo di passo in campionato lo avevamo trovato. Venezia, Inter, Lecce, Fiorentina, Udinese e Napoli, 6 punti in 12 partite. Due le sconfitte, per errori a Firenze e per assenze col Napoli. Per il resto bene, non certo una media Scudetto. Una media Champions, da riprendere il prima possibile.
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