Gotta: "Loftus-Cheek è diverso da Kessie, dovrebbe migliorare nella fase difensiva. Origi? Spero abbia un'altra chance"
Riguardo all’accostamento concreto di Ruben Loftus-Cheek, la nostra redazione ha intervistato telefonicamente in esclusiva Roberto Gotta, telecronista Dazn esperto di Premier League.
Il Milan sembra fare sul serio per Loftus-Cheek, ma una caratteristica fondamentale per Pioli è la continuità di rendimento. Per quali ragioni non è mai riuscito ad averla con il Chelsea, top club in cui è nato e cresciuto calcisticamente?
“Poteva imporsi nel Chelsea e diventarne una bandiera inizialmente, ha avuto però qualche problema legato a infortuni seri che lo hanno penalizzato. La sua caratteristica più importante è che è molto forte fisicamente e ha un’ottima gamba”.
Il periodo della sua carriera più significativo?
“Nella seconda parte della stagione 2017-2018 visse il suo periodo più rigoglioso. Poteva evolversi definitivamente trequartista, ma in Nazionale non riuscì a imporsi nettamente rispetto alla concorrenza che c’era”.
La stagione successiva con Sarri non fu rosa e fiori. Potrebbe riscontrare pertanto problemi con il calcio italiano?
“Sarri lo teneva fuori, ritenendo che - a livello difensivo - non fosse affidabile dal punto di vista fisico. Però poi, gradualmente, scalò le gerarchie. Non fu bocciato nettamente. Non assocerei le due componenti”.
Le ultime stagioni non sembrano essere state significativamente esaltanti in termini di rendimento…
“Nei recenti prestiti sono emerse tutte le sue lacune: tanta propensione al dribbling, ma poca efficacia nell’attaccamento degli spazi: esigui gol e altrettanto esigui assist. Per questo ha finito per evolversi provvisoriamente centrocampista centrarle, quando avrebbe potuto impattare notevolmente di più in posizione avanzata”.
Quale modulo tattico ne esalta maggiormente le caratteristiche?
“Può giocare con vari moduli a dire il vero. Con Tuchel ha fatto discretamente bene, per esempio, il 3-4-3. Non lo abbiamo visto però, nemmeno dopo con Potter, ultimamente così esplosivo. Anche se c’è da porre in rilievo un aspetto…”.
Prego.
“Ha sviluppato ulteriore duttilità tattica, volendo guardare il bicchiere mezzo pieno. Ha cominciato a giocare anche da quinto e, talvolta, è stato anche impiegato terzino destro a tre o a cinque. Ma non è decisamente il suo ruolo”.
Come lo vedresti nel Milan di Pioli?
“Se Pioli fa il 4-2-3-1 può fare sia il trequartista, sia il secondo di centrocampo. Ma non ha caratteristiche identiche a Kessie, giusto per premetterlo”.
Sotto quali aspetti dovrebbe migliorare per imporsi sul club rossonero? L’ultima stagione ha dimostrato che Pioli non aspetta più di tanto i nuovi…
“Per come recupera palla il Milan, dovrebbe migliorare sulla fase difensiva. Anche per come è tatticamente la Serie A”
Capitolo Origi. Quali risposte dà alle tante lacune riscontrate nel corso di questa stagione, da cui esce con una bocciatura piena?
“Non me le spiego. Ero convinto che potesse segnare non meno di 12 gol con il Milan. Ho sentito Pioli che, post Juventus, ha detto che i nuovi hanno dovuto metterci più tempo del previsto a ambientarsi, perché non poteva inserirli con regolarità. Però Origi era anche molto elogiato da Klopp, per lo spirito di abnegazione che lo contraddistingueva. Molto strano”.
Parafrasandoti, meriterebbe un’altra chance con i rossoneri…
“Spero che il Milan gli dia un’altra chance e lo tenga un’altra stagione. È un elemento che può dare tanto. Io non ho cambiato la mia idea su di lui per una stagione no”.
Brahim Diaz sembra destinato a lasciare il Milan. C’è interesse in Premier su di lui?
“In Premier c’è interesse su di lui. Potrebbe ritornarci e imporsi in qualsiasi squadra di livello medio-alto. Non più in club di metà classifica: ormai è cresciuto notevolmente rispetto a cinque anni fa, quando giocava nel City. La sua vivacità e esplosività sono armi in più importantissime”.
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