Cerci e Torres: il Milan nel destino, per poter riscrivere la propria storia
Il mercato non ha ancora aperto i battenti, ma il Milan ha giocato d’anticipo. Cerci per Torres, con buona pace dell’Inter, completamente disarmata di fronte ad uno scambio che,per le parti in causa, sa tanto di rivalsa, seppur con sfaccettature diverse. Torres arriva a Milanello nel corso dell’estate. Alle spalle stagioni deludenti. Il Chelsea non sa più che fare con l’attaccante che, una volta, aveva lasciato la sua firma nel calcio mondiale. Cambiare maglia, cambiare tipo di calcio, andare in una società blasonata, seppur in forte crisi identitaria, per lo spagnolo è stata quasi una boccata di ossigeno fresco. I proclami al suo arrivo hanno seguito le speranze dello stesso giocatore: se sei ancora un protagonista, il Milan è il tuo palcoscenico. L’attesa dell’applauso finale, con tanto di standing ovation, però, è rimasta vana. Inizialmente lo spagnolo ha dato almeno segno di una forma fisica adeguata, scemata poi anche a causa dell’infortunio alla caviglia, che ne ha rallentato il lavoro sui campi. La sua unica rete arriva contro l’Empoli, in una gara peraltro scialba. Eppure, si dice, a volte all’attaccante basta solo il gol per potersi sbloccare. Il nulla assoluto è ciò che ne è seguito. Qualche apparizione, molte altre possibilità di poter incidere, non ultima il derby. Ma il capitolo italiano, per Torres, è arrivato alla parola fine. L’oblio in cui deve essersi sentito, dopo tanti anni da protagonista, ne ha sicuramente condizionato il rendimento. Il calcio italiano non conoscerà le sue favole, narrate ancora altrove e quindi chiude il libro. L’occasione per riporre il tomo su uno scaffale arriva direttamente dalla Spagna. L’Atletico, il ricordo di stagioni felici e soprattutto la possibilità di sentirsi a casa sono la meta privilegiata.
Ma è il Milan a sfruttare questo percorso a ritroso nella storia personale di Torres, abile a convincere la società di Madrid, ad uno scambio che, probabilmente, accontenta le due società. “Pensavo di essere importante per il Milan: non lo ero”. Questo l’addio di Torres, tipico atteggiamento di chi, per osannare la nuova squadra, in un certo senso minimizza i mesi appena trascorsi e nasconde le proprie mancanze. E’ d’uso comune, evidentemente… Nella testa di un giocatore che improvvisamente si trova conteso tra colossi del calcio, tutto ha il suo peso e, una volta fatta la scelta, è normale confermarla mettendo in secondo piano tutto il resto. Simeone ha relegato in panchina Cerci, dopo averlo voluto fortemente in estate, complici una stagione da protagonista con il Torino e una campagna mediatica che ha messo il giocatore nella condizione di poter scegliere tra molte proposte. Non dimentichiamo le parole del suo entourage quando lasciò l’Italia. La patria che l’ha lanciato è stata declassata a calcio minore, ma di parole è pieno il mondo, soprattutto quello virtuale. Alessio Cerci è stato protagonista di una battaglia tra Inter e Milan già in estate. L’Atletico ebbe la meglio, più convincente, più pressante. Le difficoltà economiche del nostro calcio hanno reso impossibile andare a bussare alla sua porta con offerte faraoniche, soprattutto Milan e Inter mancavano di quell’appeal dato dalla possibilità di giocare la Champions. Ma Cerci non ha saputo essere importante ed incisivo il giusto, nella sua breve esperienza spagnola. Ed ecco che, anche per lui, il Milan diventa l’occasione per cancellare un percorso sbagliato e quasi fallimentare. Accogliere un giocatore con tanto da dimostrare, per Inzaghi, è sicuramente un vantaggio. Pippo ha bisogno di giocatori affamati ai suoi comandi, ha bisogno di gente pronta al sacrificio. Sarebbe auspicabile che tutto questo avvenisse per l’amore dei propri colori, ma se anche le ragioni personali dovessero prendere il sopravvento, si avrà tempo per plasmare l’orgoglio rossonero anche nei nuovi arrivati. La voglia di rivincita, di confermarsi adatto al calcio di alto livello, per Cerci arriva proprio nel suo paese, nel calcio che l’ha reso importante e noto, lo stesso che partendo felice destinazione Madrid, era stato declassato a calcio minore, in una squadra che talvolta vive di ricordi per non dimenticare di essere stata grande e di voler tornare tale. Bell’inizio d’anno, caro Cerci. Al tuo arrivo a Milanello facci dimenticare le tue dichiarazioni passate. Un po’ come Penelope, in attesa del ritorno del grande Ulisse, abbiamo disfatto la tela in memoria di Torres, per poter avere la possibilità di raccontare le imprese di Cerci, che dopo l’oblio, è tornato a Itaca.
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