Entusiasmo, tecnica e istinto. Il derby è anche tutto questo. De Jong e Abate in corsa per il miracolo
Inversione di tendenza. Questo il messaggio che si chiede al Milan nel derby. Una partita di per sé speciale, resa ancora più particolare dal ritorno in panchina, sul fronte nerazzurro, del grande ex Mancini che, fianco a fianco con Inzaghi ha assistito alla gara meneghina della Nazionale di Conte. Da quella partita Inzaghi è rientrato rinfrancato dalla prestazione di El Shaarawy. Era il grande assente, il giocatore che doveva far pendere il borsino delle scommesse sul fronte di chi ha gioito nel vederlo rimanere, per sua forte volontà anche, a disposizione dell’allenatore rossonero. Mancini è un allenatore di esperienza e, di certo, nonostante al momento non possa stravolgere o ritoccare l’organico a disposizione, consegnerà al campo di S.Siro un’Inter nuova, rispetto a quella che, sicuramente Inzaghi, aveva già studiato con doviziosa minuzia.
Una partita che si prepara da sé, si dice del derby, ma il Milan ci arriva con l’handicap di non essere mai riuscito ad essere incisivo nel confronto con le grandi in questo scorcio di campionato. A dire il vero, a volte anche con squadre meno blasonate, ha faticato ad ottenere l’intera posta in palio. Si riparte dal derby, dunque, dopo la sosta per le nazionali, per capire la forza di questa squadra. Ora che l’entusiasmo è entrato di prepotenza anche in casa Inter, Inzaghi chiama a raccolta i tifosi a S.Siro, per dare quella spinta in più ai suoi. Entusiasmo e tecnica si fondono ora nel derby e il Milan tecnicamente appare in affanno. I dubbi di formazione che attanagliano Inzaghi sono relativi ai due reparti più delicati, quelli che hanno determinato fino ad ora il cammino altalenante del Milan in campionato. De Jong sta cercando di accorciare i tempi di recupero, ma ancora da Milanello non si hanno riscontri certi sul suo effettivo utilizzo. Un giocatore fondamentale, sia per la fase offensiva che per quella di contenimento. Il rientro di Muntari e l’ipotesi Essien non garantiscono la qualità di gioco dettata dai piedi dell’olandese. L’ipotesi Van Ginkel è suggestiva, soprattutto per l’effetto sorpresa, ma rischiosa in una gara così delicata. In difesa i dubbi relativi all’utilizzo di Abate permangono e, allora, complici le assenze dei nazionali, Ramì è stato provato nel ruolo di terzino. Questo ovviamente fa vacillare le certezze relative alla coppia centrale di difesa. Accanto ad Alex potrebbe trovar posto il redivivo Mexes esattamente quanto Zapata. De Sciglio, che con El Shaarawy è reduce dall’esperienza in azzurro cavalcherà la fascia mancina, sempre che i responsabili di Milan Lab non compiano un vero e proprio miracolo. Dubbi anche in attacco relativi al modulo che Inzaghi sceglierà di schierare: Honda ed El Shaarawy sono i titolari annunciati sull’esterno. Quindi a questo punto il ballottaggio riguarderà Torres e Menez, sempre che Inzaghi decida di schierarsi con un tridente offensivo. Nel caso in cui invece Inzaghi dovesse scegliere il 4-2-3-1, la possibilità di vedere Torres e Menez insieme, a creare scompiglio nella difesa nerazzurra è relativamente alta. Il derby è alle porte e per Inzaghi sarà il primo da allenatore. Entusiasmo, tecnica ed esperienza… quella che, secondo Zeman, manca a SuperPippo. Di Inzaghi si è sempre detto che aveva quel particolare fiuto per il gol, in area, che sopperiva a qualsiasi altra mancanza. L’esperienza si farà e, al suo primo derby in panchina, potrebbe essere proprio il suo istinto ad avere la meglio.
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