Inzaghi: fiducia a tempo. Per rimanere sulla panchina rossonera e per incentivare la realizzazione del nuovo stadio
L’ombra di Conte aleggia su Milanello, dove ad Inzaghi è stata confermata una fiducia a tempo. Obiettivo Europa o bagagli pronti. Ecco in sintesi il messaggio arrivato dalla dirigenza. Perché Berlusconi è sottile nelle sue parole che, se da una parte vogliono tranquillizzare il pargolo Inzaghi, dall’altra preannunciano grandi manovre nel caso in cui il Milan non riesca a rialzarsi da una situazione poco incoraggiante per le casse rossonere. O meglio: più che per le casse ormai miseramente imploranti, per il loro futuro, legato all’immagine che il marchio rossonero sta impostando partendo dal progetto per il nuovo stadio. Una struttura all’avanguardia, che può definirsi ecosostenibile e ad impatto paesaggistico pari a zero. Ecco ciò che si può dire delle prime immagini del progetto rese note solo da qualche giorno. La struttura che andrà a sostituire lo storico S.Siro ( lasciando così il Meazza ai nerazzurri) sembra uscita da un progetto futuristico. Al primo sguardo sembra di trovarsi in una cittadella del prossimo futuro, che ben si sposa con le linee della skyline milanese del Portello, una sorta di consecutio di Casa Milan. Ma uno stadio nuovo, che dovrà essere sostenuto dagli ingenti investimenti degli sponsor, non può prescindere dall’ottenimento di piazzamenti importanti e, visti i tempi ristretti, si deve partire da subito a raddrizzare il timone per ritrovare la rotta.
Inutile commentare oltre o improvvisare tesi difensive: Inzaghi se non tornerà a vincere fin ad ottenere un posto in Europa, qualsiasi essa sia, dovrà abbandonare la nave. Il nome del suo successore sembra una staffetta tra Guardiola e Conte, anche se l’idea Spalletti potrebbe essere ancora viva. Ma la domanda sorge spontanea: chiunque di loro si fosse trovato al posto di Inzaghi, hic et nunc, avrebbe davvero potuto far meglio? L’esperienza necessaria a gestire il gruppo, Conte l’ha messa in campo a Torino. Una squadra ormai amalgamata e tornata vincente dopo l’esperienza della cadetteria. La voglia di ritornare protagonisti è stata però accompagnata dalla gestione di un gruppo innestato di forze fresche e di qualità. La Nazionale sta dimostrando che Conte è un uomo di campo, non un manager, ha bisogno di lavorare con i suoi uomini. Punto a favore per un club, ma assolutamente impossibile per una nazionale. Lo dimostra la difficoltà, peraltro già preventivata, di imporre stage che rompano il normale ritmo di lavoro dei convocati con le rispettive squadre. Guadiola è una suggestione già ipotizzata in casa Milan, che però molto probabilmente è destinata a rimanere tale. I motivi sono molteplici, non ultimo l’ingaggio richiesto dal tecnico del Bayern che, per arrivare in rossonero ovviamente vorrebbe anche delle garanzie tecniche che, lo dimostra anche il recente mercato, sono al di sopra delle possibilità dei rossoneri. Lo scenario dunque ruota attorno ai prossimi mesi della gestione Inzaghi. Non sarà facile per Pippo lavorare in modo lucido e freddo, ma se riuscisse ad ottenere il massimo da questa squadra, accontenterebbe le richieste di Berlusconi che, con il suo “Inzaghi maturi”, ha messo il suo pupillo di fronte ad una prova di coraggio. La partita contro la Juventus non sarà tanto determinante nel suo risultato finale, quanto nel modo in cui il Milan si approccerà alla sfida. Le reiterate assenze dovute al tutto esaurito in infermeria, non facilitano il compito, il mancato arrivo di un tassello importante nel centrocampo rossonero rende claudicante in partenza il Milan, che punta tutto sulla volontà di riscatto dei suoi giocatori e, ora in primis, del suo tecnico. La sfida contro Allegri è ormai entrata nel vivo, da Inzaghi si attende una risposta concreta sul piano del gioco, grande assente per buona parte di questi mesi. Il Milan non potrà contare su Destro, squalificato, ma se Menez saprà interpretare la gara come ha fatto contro il Parma e se Pazzini sarà in grado di sostenere il compagno nella manovra offensiva, potremmo ritrovare un Milan in campo con il 4-4-2 che, contro una Juventus proiettata a voler ferire il Diavolo è lo schieramento più equilibrato con gli uomini a disposizione. Ricomincia dunque da qui l’avventura di Inzaghi. Come in un qualsivoglia contratto a progetto: o lo realizzi o non sei riconfermato.
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