Le notti insonni di mister Inzaghi portano alla voglia di sognare Europa. L’impronta del tecnico diventa sempre più importante nel Milan che ritrova El Shaarawy
Il grande sogno di Pippo si chiama Europa. In fondo, la notizia non ci coglie di sorpresa. Inzaghi è stato l’uomo della Champions nelle sue avventure in rossonero da giocatore. Quindi è normale che la sua voglia di rivivere quelle emozioni stia lentamente tornando a galla, tra la miriade di immagini che i suoi primi cento giorni in rossonero gli hanno regalato. Le sue parole toccano i soliti tasti: entusiasmo, fame di vittoria, voglia di dimostrare il proprio valore. Non si sbilancia su temi che non gli competono, lascia che sia la Società ad affrontare le tematiche di mercato. Lui lavora con gli uomini che ha, cercando di tirar fuori da ognuno di loro il meglio, il massimo, fino allo stremo delle forze. Perché in fondo Inzaghi non fa altro che mettere in pratica il suo stesso modo di vivere. Nulla viene lasciato al caso, nessun dettaglio. Vive costantemente al massimo, tanto da dover ammettere che a volte anche il sonno diventa difficile terreno di conflitto. Il Milan, l’abbiamo detto tante volte, ha mostrato nelle prime partite di questa stagione la firma di Inzaghi. Un gioco che sta evolvendo, a tratti entusiasmante. A tratti. Perché se la mano di Inzaghi si vede nell’impostazione di gioco, altrettanto si vedono le carenze di organico a cui deve porre rimedio. La partita che riapre il campionato sarà contro il Verona. Da oltre un decennio i rossoneri non escono con la vittoria in pugno dallo stadio degli scaligeri. Nella scorsa stagione la formazione di Mandorlini si è meritata l’epiteto di sorpresa del campionato, raggiungendo risultati eclatanti, poi sfumati solo nel finale. Inzaghi, che riprende quest’oggi il lavoro sul campo in attesa dell’ultimo incontro della Nazionale di Conte, ha qualche cruccio in mediana. La squalifica di De Jong lo costringe a provare Essien come alternativa accanto a Muntari, diventato ormai imprescindibile in attesa del rientro degli infortunati di breve e lungo corso. L’alternativa è Poli, che però non garantisce la quantità di gioco espressa dall’olandese oppure si dovrà pensare ad un cambio drastico di modulo, sfruttando la duttilità di qualche interprete per necessità di forza maggiore. Menez e Bonaventura stanno continuando il lavoro per poter essere arruolabili mentre su tutti svetta il ritorno in campo dal primo minuto di El Shaarawy, chiamato alla prestazione decisiva dopo un avvio altalenante a causa, anche, dei problemi fisici. Il suo ingresso in campo contro il Chievo ha cambiato le dinamiche della gara, ora manca solo la continuità nelle prestazioni.
L’equilibrio è ciò che manca al Milan per poter fissare con certezza i primi obiettivi di stagione. L’avvio in crescendo consente a Inzaghi di porre l’attenzione sulle posizioni di classifica che consentono l’accesso all’Europa. Migliorare il risultato dello scorso anno vuol proprio dire questo. E’ di certo prematuro parlare di podio e , quindi, di accesso alla Champions: quello rimane ancora il sogno. Ma lavorare per avvicinarsi il più possibile al compimento di un’impresa è la motivazione in più che Inzaghi prova a dare ai suoi uomini. La vittoria di un trofeo per riacquisire morale passa anche dalla Tim Cup, che in questo momento diventa prioritaria in casa Milan. Programmazione almeno per quanto riguarda gli obiettivi, ecco cosa trapela dai discorsi fatti durante la pausa del campionato. Se non altro, le notti insonni di Inzaghi servono, al tecnico rossonero, per aver chiaro l’obiettivo da raggiungere.
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