Menez, dalla febbre notturna alle convulsioni da gol. L’uomo partita rilancia l’obiettivo terzo posto e fa sedere in panchina Torres
E poi succede che Menez decida che può scendere in campo, nonostante qualche acciacco e diventi l’uomo partita. Il successo del Milan a S.Siro contro l’Udinese presenta anche questa chiave di lettura. I dubbi della vigilia vengono completamente annientati dalla prova dell’attaccante rossonero che, in stato non perfetto, si carica però sulle spalle il risultato finale. Un rigore e un gol da manuale che regalano la vittoria ai rossoneri e che, per certi versi, fanno passare in secondo piano l’ennesimo episodio di gol non convalidato (quello di Muntari ancora grida vendetta), anche se nei prossimi giorni ci saranno ulteriori polemiche in merito. A che cosa servono gli arbitri di porta se, quando accadono questi episodi, non sono in grado di poter decidere in maniera veloce ed obiettiva la validità di un gol? E qui torniamo all’atavica, ormai, questione sull’utilizzo della tecnologia nel calcio. La reazione dell’amministratore delegato del Milan non si è fatta attendere. L’ennesima indecisione arbitrale favorirà il consueto scontro sull’opportunità di inserire la moviola in campo o, quantomeno, altri strumenti che consentano di evitare ulteriori errori umani in grado di pregiudicare le partite. Se in altri sport sono state trovate soluzioni adeguate per la corretta valutazione dei singoli episodi, in quei casi in cui l’occhio umano si delinea come strumento altamente fallibile, è difficile trovare una spiegazione adeguata a tanta reticenza nel mondo del pallone.
Ma torniamo alla partita e soprattutto alla prestazione della squadra di Inzaghi, che dopo il derby, ha trovato subito la forza per dimostrare che, in campionato, tutto può ancora succedere. Il gol sbagliato nel derby aveva messo El Shaarawy sotto i riflettori. L’attesa della sua reazione è stata ripagata con una gara ad alta intensità, alla quale, ancora una volta, manca solo il gol. Il faraone è sostenuto dal pubblico di S.Siro che dopo due mesi di digiuno viene nutrito con i tanto attesi tre punti. Una vittoria contro un’avversaria da sempre ostica, che recrimina per qualche episodio arbitrale a proprio sfavore. Sul rigore siglato da Menez, sull’espulsione di Domizzi e in occasione del contatto tra il redivivo Armero e Badu. Stramaccioni non riesce a rendere la sua squadra irresistibile, nonostante la presenza di un bomber di razza come Di Natale, che trova in anticipo la via degli spogliatoi, sostituito, nel tentativo di arginare le manovre dei padroni di casa e con la speranza di dare freschezza all’azione offensiva. Ma il Milan, ieri, ha giocato una partita con poche sbavature. Le critiche ad Essien e anche a Bonera, non sono piaciute ad Inzaghi, che incassati i tre punti rilancia puntando l’attenzione sul prossimo avversario. Per tentare la scalata alla classifica l’allenatore rossonero predica tanto lavoro e attenzione costante, magari miscelate con quel po’ di fiducia e di continuità che al Milan sono mancate in questa prima parte di stagione. La partita contro il Genoa rilancia il Milan nella corsa al terzo posto, sottolineata anche dallo stesso Menez. Inzaghi sarà privo di Essien e De Jong, ma ha ritrovato il capitano, Montolivo che si è alternato a Van Ginkel e ha dato spazio a Pazzini, accolto dal boato di S.Siro. Menez diventa di diritto leader nella gerarchia degli attaccanti: “nessun falso nueve”, dirà Inzaghi. Torres avrà ascoltato?
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