Menez prova ad isolare il gruppo. Napoli e Roma spartiacque di un’intera stagione?
“Non bisogna ascoltare le voci fuori da Milanello, dobbiamo lavorare tra noi”. Queste le parole che Menez (fonte Gazzetta.it) spende per tranquillizzare e anche per provare a spronare un ambiente che, dopo la sconfitta di Genova, si sarà sentito crollare il castello da sotto i piedi. Evidentemente le fondamenta non erano così solide, nonostante l’entusiasmo con cui si è giunti quasi al tetto. Il Milan si può ritrovare in questa metafora e le parole di Menez confermano che la squadra non h ancora trovato quella forza e quell’equilibrio che consente di lavorare, a prescindere dal risultato, consapevoli delle proprie forze. Forze che vengono messe in dubbio anche dalle assenze e per questo è più difficile mantenere quel valore di entropia tale da far si che qualche mutamento non vada a distruggere la stabilità del sistema.
Inzaghi, per l’appunto, da subito ha speso la carta dell’entusiasmo: era la strategia giusta per mettere le basi d un progetto che da subito ha messo in evidenza la carenza di mezzi tecnici. I risultati ottenuti, a fronte dell’organico a disposizione, sono stati a tratti soddisfacenti. Inzaghi, alla prima esperienza da tecnico in serie A, ha speso molto nel tentativo di dare un’anima a questa squadra. Supportato dalle intuizioni di Menez,dall’iniziale stato di forma di Honda, vero mattatore nelle prime partite, dal recupero di El Shaarawy, dalla capacità di De Jong di arginare i pericoli, dal ritrovato Abate sulla fascia, il Milan è riuscito ad accumulare prestazioni magari non idilliache, ma sufficienti ad acquisire quei punti che hanno smorzato i toni delle critiche e suffragato l’idea di poter raggiungere obiettivi più importanti rispetto alla stagione scorsa. Poi però la sconfitta contro il Palermo, quella contro il Genoa e la vittoria mancata del derby hanno riportato i rossoneri con i piedi per terra. La partita contro il Napoli e poi quella contro la Roma, faranno da spartiacque per i sogni di gloria rossoneri. Lo scenario dei sei punti guadagnati nelle prossime due gare, in questo momento, ha del surreale. E’ però l’unico possibile se poi si vuol guardare ad un mercato riparatore che consenta al Milan di riportarsi in competizione per l’Europa. Il triste presagio, delineato dalla litania “se non esce nessuno non si compra nessuno” è dietro l’angolo: senza qualche ritocco, il Milan è destinato ad un cammino di sofferenze. La sensazione è che la società, se non dovesse chiudere l’anno con un bagaglio di punti e prestazioni adeguato, non investirà da subito nel potenziamento dei reparti in affanno e navigherà a vista in attesa della prossima stagione.
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