Un equilibrio ritrovato. Montolivo e De Jong riportano alla stagione dell’entusiasmo. Bonaventura pedina imprescindibile "che tutti vorrebbero avere"
Per l’ennesima volta, obiettivo dopo la vittoria è quella di trovare continuità. Per la prima volta il Milan non si abbatte e nemmeno perde la testa dopo il gol del vantaggio e, complice la parata salvifica di Abbiati nel recupero del primo tempo, non rientra sotto shock negli spogliatoi, con quella paura di essere sopraffatto dagli avversari che più volte, in stagione, si era manifestata. La vittoria contro il Cesena è figlia di un approccio giusto alla gara, con i rossoneri che da subito si propongono per vie offensive sul prato di S. Siro. Il gol annullato a Poli, per la posizione di Destro che disturba la visuale di Leali, è solo il prologo di un nuovo romanzo, le cui prime pagine sono state scritte nei restanti novanta e più minuti di gara. Il rientro di Montolivo e De Jong consente ad Inzaghi di giocare con il modulo prediletto, quello che all’inizio, nell’era dell’entusiasmo era il suo marchio di fabbrica e aveva portato risultati incoraggianti. Questo fa capire l’importanza di avere a disposizione le pedine giuste da schierare. Muntari ed Essien, al momento, sono solo un lontano ricordo. La spina dorsale del Milan poi è potenziata da un Bonaventura eclettico, duttile e anche malleabile nelle varie fasi di gioco. Quando i rossoneri vanno in difficoltà l’ex atalantino che ora “qualsiasi allenatore vorrebbe avere”, da trequartista si sposta sulla linea mediana, diventando collante e supporto per i compagni che tengono decisamente meglio il campo. Il Milan vince grazie alla volontà corale di scacciare la crisi, le critiche, le maldicenze sullo stato di forma agonizzante della formazione di Pippo Inzaghi. La partita non è certo stata tutta rose e fiori, anche se il Milan colpisce un palo sempre con Bonaventura.
La fantasia di Menez rende tutto più facile ai compagni quando viene espressa al loro servizio, come in occasione del gol, con quell’assist al bacio pronto solo ad essere spedito in rete. E nel finale, quando ormai Destro aveva sparato le ultime cartucce, per ora dichiaratamente a salve, c’è posto anche per Pazzini. Al di là del rigore che chiude il risultato sul doppio vantaggio, Pazzini rimane quel predatore d’area che tutti conoscono. In pochi minuti ben tre occasioni ghiotte, sfruttate maldestramente, ma indice di un mai perso fiuto per il movimento in piena area. Inzaghi riparte da tutto questo alla ricerca di equilibrio. La continuità di risultati ne sarà la conseguenza. Nonostante i bulloni della panchina abbiano iniziato ad allentarsi, il tecnico rossonero non si è scomposto, lasciando trapelare con sorrisi abbozzati solo la gioia per la vittoria. “Siamo contenti, ma non abbiamo fatto nulla”. Questo il motto da cui ripartire. All’orizzonte due gare importanti. Prima contro il Chievo e poi contro l’Hellas Verona. Due cartine al tornasole per una squadra che dovrà dimostrare il suo reale valore.
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