Ad Harvard non ci sarà nessun case study su come è stato gestito l'esonero di Fonseca
“Sì. Sono uscito dal Milan. È la vita, è così. Ho la coscienza calma, ho fatto tutto quello che potevo fare”. Queste le ultime dichiarazioni di Paulo Fonseca da allenatore rossonero, pronunciate ai colleghi di Sky Sport all'uscita del garage di San Siro dopo Milan-Roma. Una serata che è cominciata quasi in modo surreale, con tante voci insistenti sul futuro del portoghese a prescindere dal risultato, e finita peggio, con Fonseca mandato ai microfoni dei giornalisti, tra TV e conferenza stampa, a parlare lui stesso del suo futuro.
Il portoghese infatti a DAZN ha detto in modo sereno: "Io ho avuto un confronto duro con Zlatan? Non ho parlato con nessuno, non so niente, non posso commentare, non è successo niente". E a domanda precisa sul fatto se si sentisse o meno solido sulla panchina ha risposto: "Sì, perché no. Non ho parlato con nessuno”. Il colloquio con i dirigenti, anche oggi contestati aspramente da tutto lo stadio, è avvenuto infatti soltanto dopo che l'allenatore è stato a disposizione dei giornalisti. Dopo che nel pre partita la notizia dell'esonero e dell'arrivo di Conceicao prendeva veridicità minuto dopo minuto è sembrato surreale a tutti, tifosi ed addetti ai lavori, che nel post partita Fonseca venisse lasciato nuovamente solo da chi avrebbe dovuto proteggerlo e congedarlo con rispetto e dignità. Invece si è venuto a creare un vero e proprio disastro comunicativo, mitigato solo dall'enorme professionalità del tecnico portoghese che ha lasciato il mondo rossonero con il sorriso e, a detta sua, la coscienza a posto.
In estate Ibrahimovic ci aveva tenuto a sottolineare la differenza tra allenatore e manager, specificando come tutto il gruppo di lavoro rossonero non cercasse assolutamente la seconda figura. Salvo poi delegare molte cose a Fonseca, che in questi mesi ha fatto un po' di tutto: dal babysitter di qualche giocatore un po' capriccioso al messaggero del suo stesso esonero. Così facendo i dirigenti milanisti hanno dato un chiaro esempio del perché ci sia una contestazione, forte e chiara nonostante gli striscioni non fatti entrare a San Siro, nei loro confronti.
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