Da Sekhemkhet a El Shaarawy, i misteri di Giza si spostano a Milano
Dalle Piramidi ad oggi, l'Egitto rimane terra di mistero. Dopo la piana di Giza e le costruzioni che ne caratterizzano la zona, l'ignoto continua ad avere origini egizie. Come fa a non giocare Stephan El Shaarawy? Questa domanda non rimbomba nella testa di storici, architetti e archeologi, ma nella mente del popolo rossonero. Nell'anno dei maya, del mistero, il 2012 potrebbe essere l'anno del piccolo Faraone. Per l'antico popoli egizio il Faraone era Dio fatto uomo, per il nuovo popolo del Milan è calciatore fatto panchinaro. Entra nel finale di Milan-Udinese e pareggia i conti con un bel destro in diagonale, ieri, titolare, buca ancora il portiere avversario. Cambia porta ma non cambia la gioia che sprigiona. La coppia in avanti è composta dai due scontenti, Inzaghi-El Shaarawy, dal passato e dal futuro che si fondono nel presente rossonero. Vivo, pronto, voglioso, Stephan è consapevole delle proprie qualità, per questo non si lascia spaventare dai nomi che il mercato regala e dichiara di volersi giocare il posto al Milan. 'Avrai la tua chance', sostengono gli storici del calcio, 'la sfrutterò' pensa e conferma il talento classe 1992.
Acquisto più pagato del mercato estivo rossonero, dimostra quanto Pato non riesce ad esprimere: voglia e mordente, abbinati a qualità tecniche superiori alla media. Minuto 84 e doppio sombrero a Radovanovic in mezzo al campo. 'Rob de mat', roba da matti. Fiducia in lui, lo ripetiamo da inizio stagione e lo sottolineiamo oggi. Il mistero aleggia sull'Egitto da migliaia di anni, sappiamo con gran precisione che la Grande Piramide è collocata perfettamente ad un terzo della distanza tra l' Equatore ed il Polo nord. Inoltre, le tre piramidi sono allineate perfettamente con i punti cardinali, e possiamo riscontrare ciò con maggior precisione nella Grande Piramide, poiché il suo asse meridiano è scostato rispetto al verso Nord-Sud di soli 3/60 di grado.
Non capiamo perché il piccolo Faraone non giochi! Quando la piramide di Sekhemkhet a Saqqara, fu aperta per la prima volta, nel 1954, non solo furono scoperti numerosi vasi e alcuni gioielli nelle camere di deposito inferiori, ma la camera sepolcrale, che non si può non riconoscere incompiuta, fu trovata intatta, completa di un sarcofago in alabastro ancora chiuso e inviolato, con i resti di una toccante ghirlanda di fiori. Tra la crescente emozione il sarcofago fu debitamente aperto e al suo interno non fu trovato assolutamente nulla. Neanche il mistero di El Shaarawy.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2024 milannews.it - Tutti i diritti riservati