Ha ragione Fonseca quando dice che la squadra è passiva in fase difensiva: è giusto quindi chiedere tempo, sarebbe poi saggio non sprecarlo

Ha ragione Fonseca quando dice che la squadra è passiva in fase difensiva: è giusto quindi chiedere tempo, sarebbe poi saggio non sprecarloMilanNews.it
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domenica 18 agosto 2024, 17:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

"Si parla di un problema di difesa, ma è un problema generale. La squadra è stata molto passiva, poco aggressiva nella prima fase della loro costruzione, li abbiamo lasciati giocare. Siamo stati più aggressivi nel secondo tempo e abbiamo creato di più. Non è un problema di difesa ma collettivo. Il problema non è offensivo, abbiamo tante soluzioni e strutture. Il problema è la passività della squadra in fase difensiva”. Paulo Fonseca, al termine di Milan-Torino 2-2, fa la stessa analisi che per più di un anno ha monopolizzato ogni tipo di discussione sul Milan, a più livelli.

Il tecnico portoghese ci tiene a non addentrarsi in confronti diretti col passato, evidentemente una forma di gentilezza verso un collega, ma è necessario farlo. Soprattutto perché il Milan post scudetto non è riuscito a risolvere questo tipo di problema nonostante siano passate due stagioni; ci si era concentrati sull'estremizzare alcuni concetti offensivi e di aggressività invece che aggiustare il tiro e provare a ritornare sui propri passi.

Andando oltre gli interpreti scelti ieri da Fonseca, con diversi giocatori fuori ruolo o in posizioni poco consone alle loro caratteristiche, sarebbe folle aspettarsi che tutti i difetti presenti fino a tre mesi fa potessero essere cancellati via con un colpo di spugna. Il tecnico portoghese, ben consapevole di quello che vede a Milanello, ha più volte ribadito e sottolineato che ad oggi sono solo 5 le settimane di lavoro insieme. Nuovo allenatore, nuovi giocatori, nuovo modo di giocare ed un ambiente, almeno esterno, che negli ultimi anni ha iniziato ad essere meno paziente. Oneri e onori di allenare il Milan, ma bisogna avere l'onestà intellettuale di ammettere che c'è veramente bisogno di tempo per mettere le tessere del puzzle al posto giusto. Quanto tempo? Tutti si augurano il meno possibile.

L'ex Lille ovviamente non abbassa il tiro dopo le dichiarazioni piene di fiducia e consapevolezza dette alla vigilia dell'esordio in Serie A: "La mia fiducia è la stessa, non ho perso la fiducia nei miei giocatori: non ho dubbi sulla loro qualità. Abbiamo la necessità di lavorare più insieme come squadra. Non si cambia in un giorno, abbiamo 5 settimane di lavoro. Dobbiamo continuare a lavorare per migliorare questi aspetti”.

Quello che si può aggiungere all'analisi dell'allenatore è che oltre ai concetti si può facilitare il tutto mettendo i giocatori giusti al posto giusto. Calcio offensivo, di possesso, dinamico e tutto il resto, l'importante però è non mettere ancora di più in difficoltà i calciatori mettendoli fuori ruolo. Pulisic, che l'anno scorso ha giocato la sua miglior stagione in termini realizzativi da esterno destro, può sicuramente essere una tentazione da numero 10 puro, ma la verità è che lo statunitense non ha l'attitudine difensiva necessaria per giocare in quella posizione ibrida tra mezz'ala/trequartista, com'è anche normale che sia. Loftus-Cheek continua a deludere quando si tratta di leggere le situazioni in fase di non possesso, così come Saelemaekers terzino è un qualcosa che speriamo di non rivedere più dall'inizio.

Non si tratta di mettere in discussione i giocatori in sé, ma la loro attitudine, le loro qualità e il modo migliore per valorizzarli. Il Milan è una squadra che ha disperato bisogno di equilibrio e gli acquisti di quest'anno vanno in quella direzione, ma è anche vero che sarebbe sciocco affidarsi solo ai singoli: se dovessero risultare indisponibili si tornerebbe al caos di prima?

E qui risuonano giuste e forti le parole pronunciate da Morata, che veramente ha pressato come un cane come aveva promesso durante la conferenza di presentazione, a DAZN: "Difficoltà fisiche? No, bisogna fare un passo in più mentalmente. Bisogna faticare, lavorare, fare più falli, diventare una squadra più tosta. Da domani ci metteremo a farlo tutti insieme”. 

Bisogna lavorare quindi su due fronti: atteggiamento e tattica. Da una parte diversi giocatori devono fare lo switch mentale e tornare a soffrire e sporcarsi, dall'altra il tecnico deve cercare di stravolgere il meno possibile un equilibrio già flebile, sfruttando l'ottimo materiale a disposizione per quello che sa fare. È estate e qualche piccolo esperimento può anche essere perdonato, ma il campionato è spietato e non aspetta nessuno. Giusto chiedere tempo per trovare la quadra, sarebbe saggio quindi non sprecarlo.