Il Milan e gli spagnoli, un rapporto controverso: i flop Torres e Krkic, i lampi di Deulofeu e Brahim

Il Milan e gli spagnoli, un rapporto controverso: i flop Torres e Krkic, i lampi di Deulofeu e BrahimMilanNews.it
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martedì 16 luglio 2024, 18:00Primo Piano
di Gaetano Mocciaro

Alvaro Morata andrà a fare compagnia a Alex Jimenez, portando a due il numero di spagnoli in rosa. Ma qual è il rapporto tra il Milan e il Paese iberico? Paradossale pensare che il contributo più importante lo abbia dato un giocatore che non è più spagnolo: Brahim Diaz. Il trequartista del Real Madrid lo scorso marzo ha scelto la nazionalità marocchina ma di fatto nei tre anni a San Siro ha rappresentato la Spagna, giocando persino un'amichevole nel 2021, contro la Lituania, condita da un gol. I tre anni a Milano del trequartista sono coincisi con la rinascita del Diavolo che ha riconquistato la Champions, vinto il campionato e arrivato alle semifinali di Champions. Pur accendendosi a intermittenza, Brahim aveva il merito di esserci nei momenti che contavano. E pur essendo sempre stato in prestito ha dimostrato un attaccamento alla maglia ben superiore ad alcuni giocatori di proprietà. Epiche le sue stories al termine della partita contro l'Atalanta che celebravano il ritorno del Milan nella massima competizione continentale. Per lui parlano le 124 partite, i 18 gol e i 15 assist.


Promosso, per quanto durato pochissimo, Gerard Deulofeu. Sei mesi in prestito dall'Everton nel 2017, talmente buoni da issarlo come uno dei migliori giocatori della Serie A 2016/17 per rendimento. Talmente buoni che il Barcellona, che aveva la recompra, ha rotto gli indugi riportandolo a casa. Con buona pace dei tifosi rossoneri che lo hanno apprezzato da subito. 18 presenze, 4 reti, 3 assist.

Controverso il rapporto tra il Milan e Suso. La sua cessione nel gennaio 2020 è stata accompagnata da molti con un sospiro di sollievo: "Fa sempre la solita giocata" hanno evidenziato i detrattori. Avrebbe meritato un trattamento diverso l'esterno, che ha avuto la sfortuna di entrare nel Milan in piena Banter Era e dove in molte occasioni è stato l'unico barlume di luce. Nella Supercoppa italiana vinta contro la Juventus a Doha c'è stato anche il suo zampino. I numeri dicono 154 presenze, 24 reti e 36 assist.

Promossi anche Pepe Reina e Diego Lopez. Il primo è stato un affidabile vice-Donnarumma, il secondo è stato tra i pochi a salvarsi nella stagione di (dis)grazia 2014/15 e la sua avventura è finita per l'avanzata di un giovane fenomeno. Nel suo periodo si è fatto apprezzare anche Samu Castillejo, pur non spostando gli equilibri.

Note più dolenti: Fernando Torres sarebbe dovuto andare al Milan nei primi anni 2000 quando era ancora un promettente talento dell'Atletico. Arriva nel peggior Milan possibile, in piena parabola discendente e senza avere nemmeno il tempo per riscattarsi. Siamo agli sgoccioli del mercato estivo 2014, i famosi giorni del Condor che regalano a Pippo Inzaghi il centravanti. Torres segnerà alla sua prima partita da titolare contro l'Empoli, ma il tecnico gli preferisce il finto 9 Ménez e il buon Fernando preferisce togliere il disturbo a gennaio, trovando anche un dignitoso finale di carriera all'Atletico.

Qualche anno prima Bojan Krkic è il giovane caduto in disgrazia che il Milan non riesce a rilanciare. L'anno prima a Roma non ha convinto del tutto, in rossonero abbiamo certificato che l'investitura di futuro Messi datagli nelle giovanili del Barcellona è stata un abbaglio.

Non memorabili nemmeno le avventure di José Mari e Javi Moreno, arrivati all'inizio del terzo millennio: un periodo, quello, in cui comprare uno spagnolo equivaleva a un rischio enorme (basti pensare ai vari De la Pena e Mendieta alla Lazio). Pochi gol in una squadra che vantava comunque un attacco stellare e tanti saluti.

Chiudiamo con Didac Vila, arrivato nel gennaio 2011, ha giocato solo una partita, a campionato già aritmeticamente vinto. Per poi fare le valigie e non fare più ritorno. La meteora per antonomasia degli anni '10.