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Fonseca: "Con quell'atteggiamento non potevamo essere all'altezza di un club che ha fatto la storia del calcio"

LIVE MN - Fonseca: "Con quell'atteggiamento non potevamo essere all'altezza di un club che ha fatto la storia del calcio"
© foto di MilanNews
Oggi alle 14:49Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Amici e amiche di MilanNews.it, a breve mister Paulo Fonseca, da Milanello, sarà in conferenza stampa per presentare la sfida di domani sera contro il Genoa. Una partita che coincide con la festa del Club per i suoi 125 anni di storia, ma l'atmosfera non sembra essere delle migliori dopo le dichiarazioni del tecnico portoghese nel post partita di Milan-Stella Rossa di mercoledì: Fonseca ha utilizzato parole chiare e forti per far capire ad alcuni giocatori in squadra che l'impegno dimostrato non è abbastanza. Rimanete con noi ed il nostro live testuale per seguire tutte le dichiarazioni del tecnico rossonero.

14.16 - Comincia la conferenza stampa.

Come sono stati i giorni post Milan-Stella Rossa?

"Per me era facile dopo la partita parlare solo della vittoria, o delle 4 vittorie consecutive in Champions League. Domani AC Milan fa 125 anni, dovremo essere all'altezza della storia. Per me con quell'atteggiamento non potevamo essere all'altezza di un club che ha fatto la storia del calcio. Ho parlato con i giocatori con cui volevo parlare. Siamo pronti per un giorno all'altezza del Milan".

Gestione particolare per Theo?

"In questo momento non ho niente da aggiungere a quello che ho detto. Non dico qui dei nomi con cui ho parlato. Comunque li ho guardati negli occhi e gli ho detto cosa penso, ora dobbiamo andare avanti".

L'umore della squadra:

"Dopo la partita siamo andati negli spogliatoi e tutti abbiamo avuto lo stesso feeling. Per me questo è stato positivo, un primo step per capire cos'è successo. Abbiamo parlato, la squadra ha lavorato bene e l'atmosfera è buona come sempre. Siamo una famiglia, dobbiamo risolvere i problemi nello spogliatoio ed è quello che abbiamo fatto".

Domani gioca Theo? Ha sentito l'appoggio della proprietà?

"Domani giocherà la squadra che io penso sia la migliore per poter vincere. Oggi non sono pronto a dire le mie scelte. Sapete che siamo andati alla festa del settore giovanile, ci siamo parlati e ho sentito l'appoggio della società come sempre".

Come mai la scelta di parlare pubblicamente?

"Io dico sempre la verità, è difficile nascondere quello che sento dopo una partita. Penso che devo essere sempre onesto. A volte penso che sono messaggi importanti da far passare. Ho avuto questa necessità, voi non siete all'interno e non sapete tutto: ho avuto questa necessità".

Quindi questi ragazzini domani giocheranno?

"Questo progetto del Milan Futuro è un progetto importante per far avere i calciatori del settore giovanile in prima squadra. Lavoriamo con loro dal primo giorno, domani ne vedremo qualcuno in campo".

Si aspettava queste difficoltà con i senatori?

"Sì. A questo livello è normale avere queste situazioni. Sono pagati per trovare soluzioni e risolvere i problemi, ed è quello che sto facendo. Io non chiudo mai gli occhi davanti al problema, lo affronto sempre e non mi nascondo. Se c'è, io sono qui pronto per risolvere. È normale, in tutte le squadre e in tutte le famiglie ci sono problemi".

Dall'esterno può sembrare che, prima con gli arbitri e poi con i giocatori, scarichi le colpe sugli altri. Non la preoccupa questo pensiero?

"Non sono preoccupato. Onestamente non sono preoccupato di quello che pensano gli altri. Se mi preoccupo di questo sarebbe difficile lavorare. Tutti pensano cose diverse, ma sono io che sono qui. Sono io com'è la squadra, come si vive la squadra, sono io che li vedo tutti i giorni come lavorano. Non posso onestamente stare ad agire in funzione di quello che le persone pensano".

Domani Camarda può trovare il primo gol davanti van Basten...

"Fai bene a farmi questa domanda, è importante dire una cosa. Dobbiamo lasciare crescere Camarda con equilibrio. Le aspettative e le pressioni per questi giovani non sono buone. Non dobbiamo creare pressione su Camarda: è un giocatore giovane ed equilibrato, lasciamolo così. Sono attento al suo lavoro e devo pensare bene al suo utilizzo: questi giovani devono giocare al momento giusto, non dobbiamo creargli pressione, non deve avere questo peso e obbligo di essere decisivo".

Gli stessi errori difensivi dopo 5 mesi...

"Dopo la partita con la Stella Rossa non ho parlato di questione tattiche o tecniche: non sono stati quelli i problemi ma di atteggiamento, l'unico problema. E questo influenza le altre cose. Non è stato un problema difensivo. Loro non hanno creato praticamente nulla. Penso che la squadra difensivamente stia molto meglio, non è stato un problema tattico".

Le è mai capitato in carriera di vivere situazioni del genere?

"Nella mia carriera è già successo, come penso sia successo per tutti gli allenatori. È normale. Dobbiamo fare quello che crediamo per risolvere le situazioni. Qui magari ci sono situazioni diverse se faccio il paragone specifico con altri club che ho allenato. Ma ho già avuto situazioni simili".

Pensava di incontrare questo tipo di difficoltà? Non ha mai pensato "Chi me lo fa fare?"

"(Ride, ndr). Se pensiamo che arriviamo a questo livello ed è tutto rose e fiori, non è vero. A questo livello noi abbiamo sempre queste situazioni. Perché lo status, le condizioni dei giocatori sono così in quasi tutti i grandi club".

I dirigenti hanno poi parlato con la squadra?

"Non l'hanno fatto. Non c'era la necessità".

Le sue dichiarazioni post partita era concordate con la società?

"Ho parlato con la squadra e poi con la società: è la normalità".

Cosa manca a questa squadra? Qual è il problema?

"Abbiamo già fatto questo esercizio qui, ma possiamo farlo di nuovo. Sono arrivato qui e mi hanno portato qui per cambiare il modo di giocare. Sono arrivato qua con 15 giocatori, siamo andati negli USA con 15 giocatori e tanti ragazzini: tanti giocatori presenti non erano quelli più importanti, che erano in nazionale. Ci siamo allenati, abbiamo fatto bene le cose, è andata bene le cose. Ma non con i giocatori che erano in nazionale. Sono arrivati 8 giorni prima della prima partita di campionato. In 8 giorni non possiamo cambiare tutto, e neanche molto. Dopo è stato difficile allenarci, giochiamo ogni tre giorni. Gli step che voglio fare hanno bisogno di più tempo. Ma per me abbiamo già cambiato cose che sono importanti per me e abbiamo fatto buone partite. In Italia non abbiamo avuto i risultati che volevamo, ma abbiamo fatto buone partite. E se facciamo analisi su tante cose tattiche c'è stato del progresso. Il problema per me è mentale, sento che è come una montagna russa. Partite come contro l'Empoli, contro il Sassuolo... Anche a Bergamo abbiamo fatto cose buone: hanno creato più contro il Real che contro di noi. Il problema è stato il secondo tempo, dove non abbiamo attaccato. Poi è arrivata la Champions League e non abbiamo avuto l'ambizione mentale per continuare a crescere. Mi sembra che quando la squadra pensa che ha vita facile nelle partite, come contro la Stella Rossa, ha questa presunzione. Ed è questo il problema. Io sono ritornato indietro al tempo in cui non ero qui. Le ultime dieci partite dell'anno scorso e ho visto che si dicevano le stesse cose: non è cambiato. Non si può dire che è solo quest'anno. Ho sentito che si parlava dell'atteggiamento della squadra".

C'è la necessità di trovare nuovi leader? Domani chi indossa la fascia da capitano?

"Io ho la mia opinione. Quando sono arrivato qui il Milan aveva già tre capitani. Calabria, Theo e Rafa. Immagina se cambio il capitano, voi mi ammazzate perché ho cambiato il capitano. Io ho fiducia nel capitano che abbiamo. Se sono d'accordo, è un'altra cosa. Ma ho rispettato la gerarchia della squadra, e continuerò a farlo. Fino a quando non deciderò di cambiarlo".

Quindi Leao capitano...

"È una possibilità".

Il Milan è uscito dalla corsa scudetto? O nutre ancora un briciolo di speranza?

"Come sempre, voglio essere onesto. Penso che ora è più difficile, ma dentro di me io continuo a crederci. Che posso dire di più? Non è che è facile, ma continuo a crederci".

Come verrebbe accolta la situazione in caso di piazzamento Champions e non scudetto?

"Io penso solo a domani, non posso pensare più in la. Siamo in un'ottima condizione in Champions e vogliamo fare lo stesso in Serie A: per questo posso pensare solo a domani".

I difensori moderni guardano molto la palla e poco l'uomo...

"Non sono d'accordo e spiego il perché. Fino a Cagliari abbiamo avuto questo problema, di non difendere bene le situazioni di cross e come marcavamo in area, tra postura e altro. Ma dopo Cagliari non abbiamo avuto più questo problema. Siamo migliorati tanto, tanto. A Bergamo non abbiamo avuto questo problema. Abbiamo avuto un gol in cui un giocatore si è seduto su Theo, che è fallo in tutto il mondo. E dopo abbiamo avuto un problema su un corner. Non penso che sia un problema di difesa dell'area, ma di corner. Contro la Stella Rossa abbiamo difeso bene in area, Musah ha perso palla e hanno segnato da fuori: non è un problema specifico di difesa in area. Su questa cosa i nostri difensori hanno fatto tanti progressi".

Come sta?

"Bene, sto sempre bene (sorride, ndr)".

Su Jimenez:

"Sta bene (sorride, ndr). Può giocare terzino destro e sinistro, esterno destro e sinistro. Ha questa polivalenza che è buona".

La cura Leao serve anche ad altri giocatori?

"Ogni giocatore ha la sua personalità e particolarità. Giocatori diversi, strategie diverse e modo diverso di attuarle. Non è perché Leao sta facendo bene che io penso che devo fare la stessa cosa anche agli altri giocatori".

Il mio allenatore dei cavalli sta preparando da un mese e mezzo la gara del 19 dicembre... Lei ci può dare una data entro quando vedremo il Milan come lo vuole lei?

"Ho visto un Milan come mi piace in diverse partite. L'ho già visto. Abbiamo bisogno di essere costanti".

Quando lo vedremo continuo?

"Non sono un mago, non posso dirlo. Magari domani, poi dopo no, come una montagna russa. Quello che voglio è avere una squadra più costante, principalmente nell'atteggiamento. Poi possiamo sbagliare tecnicamente e tatticamente, ma per me è difficile capire questa incostanza mentale della squadra".

È risolvibile?

"Sì. Ma non come il cavallo (ride, ndr). Ma penso di sì. Sono sicuro di sì. Le cose si guadagnano con l'esperienza, è così".

14.49 - Termina la conferenza stampa di Paulo Fonseca.