Stadio di proprietà: la decisione di correre da soli e la potenziale figuraccia di Sala. Milan, avanti per la tua strada
Le indiscrezioni di stampa di questa mattina parlano di un Milan propenso a interrompere la join venture con l’Inter per la costruzione del nuovo San Siro. Dopo tre anni e mezzo e con una situazione societaria, in casa nerazzurra, sempre molto nebulosa, è giusto che RedBird pensi a una casa rossonera completamente esclusiva. Perché, come sempre, i tempi dell’amministrazione pubblica italiana sono biblici, tra paranoie, convenienze di partito, comitati che non dovrebbero contare nulla e che invece prendono piede, misure da rivedere e tanto altro. Alla fine, come accade sempre in questo paese, fare le cose da privati conviene sempre di più rispetto che attendere che chi amministra prenda posizioni importanti. Beppe Sala, sotto questo aspetto, è stato ampiamente insufficiente con i suoi continui tira e molla sull’argomento che, alla fine, stanno facendo stufare Casa Milan. Se i rossoneri dovessero andarsene, passerebbe alla storia come il sindaco che ha fatto scappare non solo il primo club di calcio della città per trofei vinti, storia e tradizione (ma lui da buon interista non lo ammetterà mai), ma anche la società che ha costruito San Siro e che ha reso celebre in tutto il mondo il nome di Milano. Un’ecatombe totale.
AVANTI DA SOLI
Si, è tempo di staccarsi e di andare avanti per la propria strada. Sesto San Giovanni non vede l’ora di aprire le sue porte allo stadio del Milan così come sono al vaglio altre aree private, che accorcerebbero di almeno due anni l’iter burocratico per l’apertura dei cantieri. Non c’è altra strada, perché il Milan sta percorrendo velocemente la strada che porterà il club ad avere sempre più introiti e lo stadio di proprietà è un tassello fondamentale per avere maggiori risorse. Una stima fatta nei mesi scorsi ha stanziato che un impianto proprio possa produrre dagli 80 ai 100 milioni di ricavi all’anno. Capite bene cosa voglia dire in termini di aumento del fatturato e del potere d’acquisto sul calciomercato. RedBird questo lo sa e sa bene che il passo è imprescindibile per dare ancora più valore al Milan. Il rammarico di lasciare San Siro all’Inter, che dovrebbe poi sobbarcarsi l’intero canone d’affitto annuale, oggi pagato al 50% con i rossoneri, sarà un colpo all’ala romantica dei nostri cuori, ma entrare in una casa tutta milanista… beh… Sarebbe tanta roba.
CAPIENZA E PREZZI
Il nuovo impianto, però, non dovrà essere un qualcosa di elitario. La capienza è un tema molto dibattuto tra i tifosi e gli addetti ai lavori, perché avere uno stadio al di sotto dei 65 mila posti potrebbe essere quasi limitante, anche se è vero che una stagione come quella attuale a livello di affluenza allo stadio potrebbe rappresentare l’eccezione alla regola. Così come un tema sono (già ora) e saranno i prezzi di biglietti e abbonamenti. Non è piaciuta la gestione del listino per Milan-Tottenham, che ha fatto si registrare il record d’incassi per una società italiana, ma ha anche portato posti ultra popolari come il terzo anello a costare 99 euro. Ecco, se ci sarà ll nuovo stadio, bisognerà trovare il giusto equilibrio dei prezzi, perché il tifoso in primis deve essere tifoso, non diventare solo cliente.
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