Una vita di bugie. L'unete e il doblete. Udine vice et versa

Una vita di bugie. L'unete e il doblete. Udine vice et versaMilanNews.it
Ieri alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini

E' un momento storico di grave smarrimento per i milanisti. La tifoseria più numerosa della serie A (le presenze nelle partite casalinghe sono da record, in perfetta controtendenza con l'andamento dei risultati) si aggrappa al brandello di luce fioca che filtra dalla Coppa Italia, non sapendo se dietro la porta ci saranno poi buio o un'altra flebile fiammella.

Normale, purtroppo, a causa dello scombussolamento di un campionato avvilente, una Champions accartocciata e buttata nella pattumiera, la prospettiva di tornare ai margini o fuori dall'Europa. Non solo. E' anche il corollario a questo andazzo che sconcerta il popolo rossonero: non c'è una trama chiara e lineare in alcuna direzione.

La farsa del nuovo stadio si trascina da anni tra buche, dossi, colpi di tosse e inversioni di marcia. La scelta (dopo la grave mancanza) di un direttore sportivo pare il casting di "Call my agent", immersa - come una serie tv che si rispetti - in menzogne, cambi di rotta, colpi di scena, capricci, fantasie mediatiche. Per non parlare dell'allenatore: Conceiçao già abbondantemente congedato, visto che in questa ridda di voci nessuno si è preso la briga di dire, anche solo per formalità: "L'allenatore è lui", così, per dare un senso a questo finale di stagione. Profili futuri che non ci azzeccano niente uno con l'altro, da Sarri ad Allegri per dirne due, da De Zerbi a Italiano (ho letto un titolo in settimana: "Il Bologna gela il Milan" avendo espresso - il club emiliano - fiducia al suo tecnico...). Visto anche qualche trafiletto che accenna a Gasperini. Se non altro, lo straccio di un filo conduttore: sono tutti italiani, uno persino di cognome. Il DS invece no: potrebbe anche essere straniero, per rispettare la recente tendenza. A meno che non sia il naturalizzato Tare, ma non addentriamoci in questo ginepraio.

E poi l'eterno dilemma: chi dirige, chi decide, chi fa, chi disfa? Chi comanda davvero? Leggenda metropolitana i dissidi tra Furlani e Ibra, ci dicono loro e il puntuale Scaroni il quale è uno degli artefici delle strambate verbali più originali, quasi tutte opposte rispetto alla direzione del vento. Lui è abbracciato alla Supercoppa italiana, l'unete del Milan che ora sogna il doblete in Coppa Italia. Piccola dedica al calcio giocato. Mi ero espresso nel recente passato sul modulo di gioco che prevedesse i 3 centrali difensivi: Udine ha dato qualche buona indicazione in questo senso, a parte lo stato di forma dei friulani che poco importa, visto che il Milan quest'anno ha saputo rianimare moribondi a bizzeffe. Mettere quei buttafuori davanti all'area ha dato una sensazione di sicurezza al resto della squadra e libertà agli avamposti. Cercasi conferma pasquale contro l'Atalanta.

A proposito di Udine: ha fatto bene Conceiçao a sottolineare la sportività del pubblico friulano che si è alzato in piedi ad applaudire l'uscita dal campo di Maignan per infortunio. In questo modo ha celato, forse con ironia più o meno involontaria, come quella stessa gente avesse fischiato ininterrottamente il portiere per un'ora, essendo reo di aver denunciato un anno fa insulti razzisti verso di lui, in quel medesimo stadio. Comportamento che infatti è sfuggito anche all'attenzione mediatica. Prospettive.