Aspetto Zlatan Ibrahimovic, il nostro Q. La proprietà ha rimediato. Il nome del cavallo sarà ……
Andiamo al cinema. Allo spettacolo di mezzanotte. Qualcuno paragona l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic a quegli uomini al timone, che hanno salvato tanti ragazzi in pericolo. E’ successo nella scena più emozionante e più commovente del film: “Dunkirk“. L’esercito inglese è in trappola sulla spiaggia francese di Dunkerque, nella seconda guerra mondiale. La situazione è disperata, quando, saputa la drammatica condizione vissuta dai soldati, centinaia di pescherecci, di imbarcazioni private, salpano verso la Francia per salvarli. Una storia meno drammatica quella della nave, protagonista del film “I Love Radio Rock” di Richard Curtis. Una pellicola dedicata al fenomeno delle radio pirata negli anni ’60. Saputo che la nave stesse affondando, decine di ragazze e ragazzi si imbarcano su motoscafi per salvare i DJ, prima che annegassero.
No, calma ! Zlatan Ibrahimovic non viene a salvare nessuno, perché il Club non sta certo affondando, perché la squadra è forte, limitata e frenata dagli infortuni. (Ho aperto una piacevole parentesi. Faccio un regalo a tutti e soprattutto a me stesso. Vi risparmio la questione legata proprio agli infortuni. Si è già detto tanto, ma che la soluzione venga presto trovata)
Passo dunque oltre, tornando a Ibra. Se dovessi paragonare Zlatan a un personaggio cinematografico, lo vedrei bene impersonare Geofrey Boothroyd, meglio conosciuto come Q. Indimenticabile la sua figura. E’ quella dell’ufficiale dell’Intelligence inglese che regala a James Bond formidabili marchingegni, auto con il fumo per ingannare i nemici o che cospargono l’asfalto con tremendi chiodi, per fermare i malvagi della Spectre. Non ho però mai visto James Bond andare a lamentarsi con M, il suo capo? Magari dicendogli: "Io non voglio i consigli di Q. Voglio lavorare da solo senza l’aiuto di nessuno!”. Io credo che nemmeno l’allenatore rossonero andrà a lamentarsi con nessuno. Credo piuttosto che il Comandante Pioli, che non so se sia abituato a sorseggiare, come Bond, il Vesper Martini, agitato e non mescolato, sarà contento di essere affiancato da un altro valido collaboratore, un fondamentale aiuto nella gestione del campo e degli uomini. Legati entrambi dalla stessa voglia di vedere i colori rossoneri, sempre al vertice del calcio italiano e internazionale. Ibrahimovic ama profondamente il Milan. E’ legato ai suoi tifosi che lo amano. E tanto mi basta! Lo abbiamo lasciato in lacrime. Vogliamo presto rivedere il suo sguardo fiero e orgoglioso, pronto a scatenare una nuova sferzata di entusiasmo in un ambiente certo scosso dai due punti in quattro partite. La proprietà, la nuova proprietà, la scorsa estate, aveva proposto un assetto societario, senza una specifica figura di campo. E’ stato una sottovalutazione, ben presto intelligentemente compresa proprio dal massimo dirigente, Gerry Cardinale.
Si sente continuamente affermare che sia prematuro ipotizzare il ruolo di Ibra Supremacy. Io lo conosco bene invece! Occuperà quello più importante, quello di un uomo che coniugherà anche in borghese, l’ unico verbo che conosce, l’unico verbo che ha accompagnato la sua luminosa carriera: VINCERE.
E che arrivi presto, perché è già tardi!
So che darò un dolore ai tanti “PIOLIOUTISTI". Ieri il mio allenatore Alessandro Botti, perché ho anch’io un allenatore, mi ha telefonato. “Carlo, bisogna dare il nome al puledro!” Quasi pronto, speriamo, al debutto, ma questo lo aggiungo io. Avevo già pensato a un nome che mi ricordasse la colonna sonora degli ultimi anni stupendi, ricchi di emozioni, con gli stadi pieni di affetto. La musica trascinante che ha scandito un magico e indimenticabile trionfo, insieme alle tante soddisfazioni di Champions League, quasi dimenticate.
Gli ho risposto: “Te lo avevo già detto e te lo ribadisco ,senza esitazioni. Il nome del puledro è ” Pioli is on fire". Chiaro?".
Non saranno certo i flessori e i bicipiti femorali a farmi cambiare idea e a cancellare momenti fra i più belli della mia vita di tifoso rossoner !!!
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