Cassano: l'alternativa all'Inter era Preziosi. Sneijder: a gennaio va o resta? Ancelotti: sempre il Milan nel cuore. Allegri su Zè portavoce della squadra. Conte pressa, l'avvocato divaga...
Fra Antonio Cassano e il Milan i titoli di coda scorrevano dal 24 Luglio. Era il giorno del rientro dei Nazionali a Milanello. Antonio scende dalla macchina e ad attenderlo ecco il fotografo ufficiale e l’operatore di Milan Channel. Due lavoratori con i quali era sempre stato gentilissimo. Niente, un saluto educato e poi a denti stretti: “Qui non mi vedrete più sorridere”. Gli passerà. E invece no, era il segnale. Antonio, dopo i primi mesi a Milanello nel 2011, aveva avuto spesso motivi per brontolare e a Pechino, nei giorni della Supercoppa, c’era stato anche qualche fuoco d’artificio di mezza estate. Ma il sorriso non lo aveva mai perso, tanto è vero che la squadra era molto depressa sul volo verso Minsk il 1’ Novembre 2011: Antonio era in ospedale e il suo casino mancava a tutti. Il 24 Luglio 2012 è invece successo qualcosa di diverso. Era l’inizio della fine. E il Milan aveva capito tutto alla perfezione, pur senza sapere bene dove andare a parare. Come fai ad improvvisare una trattativa di mercato su un giocatore di grandissima classe ma con un carattere molto particolare, senza avere un solo acquirente e sostanzialmente senza mercato? Al rientro dagli Usa, il lavoro è continuato. E se non ci fosse stato lo scambio con Pazzini, la soluzione era già pronta: il Genoa. Il presidente Preziosi doveva sistemare alcune tessere del mosaico della sua rosa e se si fosse liberato lo spazio contrattuale per Cassano, lo avrebbe preso a braccia aperte. In quel caso, solo sfiorato e molto meno fantacalcio di quel che si possa pensare, il passaggio clamoroso non sarebbe stato dal Milan all’Inter, ma dalla Sampdoria al Genoa via Milan.
In qualche studio legale di Milano gira voce di un contratto a tinte nerazzurre già pronto per Ibrahim Afellay, 26enne genietto olandese del Barcellona. Possibile? L’Inter hà già Sneijder, Cassano, Coutinho, Alvarez e più o meno nella stessa zona di campo punta anche Afellay. Se così fosse, il motivo sarebbe solo uno: la preparazione del terreno e dei sostituti, con tanto di alternative, in caso di arrivo dell’agognata offerta per Wesley. Ultima settimana di Agosto o Gennaio, soprattutto Gennaio, non fa differenza. Come per tutti, anche per Sneijder nel momento stesso in cui arriva l’offerta giusta l’olandesone (Afellay, non ce ne voglia, lo consideriamo l’olandesino) può partire. E per fortuna per Strama che è arrivato Cassano. Per gli allenatori agli inizi, qualche buon alleato non guasta mai. Antonio Cassano è arrivato anche per la simpatia generata con la famosa imitazione. E nel tunnel dello spogliatoio, Cassano riferiva a Strama dei complimenti di Sneijder. E’ così che se Wes dovesse partire, al giovane Mister nerazzurro resterebbe un amico in rosa, proprio il nuovo arrivato Antonio Cassano.
Carlo Ancelotti è un professionista, serio e coscienzioso. La storia della sua vita e della sua famiglia, una storia di terra e di gavetta, gli farà dare sempre il massimo per chi investe su di lui e lo mette in condizione di lavorare. Al Paris Saint Germain darà sempre tutto, il massimo. Ma il Mister di Reggiolo ha tutt’altro che dimenticato il Milan. Il rossonero è sempre nel suo cuore. Un giorno vuole tornare e un giorno tornerà. Spesso Ancelotti è stato accostato al Paròn Rocco e il sior Nereo tornò al Milan, eccome se tornò. A Parigi, Carletto allena le grandi stelle del mercato 2012 ma intanto si tiene sempre aggiornato su Kakà. Spero che arrivi. E, non lo dice ma lo pensa, spero che resti così tanti anni da consentirmi di tornare ad allenarlo. Nella città giusta e con la maglia giusta. Kakà? A proposito, resta difficilissimo, ma lui e Niang (Caen, 17 anni e mezzo) sono le uniche piste aperte del mercato rossonero. A Madrid, se il discorso entrasse nel vivo, sperano di infilare nel discorso Ricardo Carvalho, anche in forma gratuita, ma il Milan abbonda di difensori centrali in rosa.
A chi fra i giornalisti milanesi, e non, ha troppa fretta di fare la festa ad Allegri, proprio Ancelotti potrebbe tranquillamente ricordare i tre-quattro episodi tosti vissuti con Adriano Galliani nei suoi otto anni di Milan: a Firenze nel Gennaio 2002, a Madrid nel Marzo 2003, a San Siro dopo il 3-1 alla Juventus nell’Ottobre 2005, ad Aprile 2007 prima di Bayern-Milan di Champions League e così via. Tutto superato, curve normalissime in un percorso lungo. Se Massimiliano Allegri non avesse più sintonia con la Società e non sapesse più spiegare bene quello che accade a Milanello ai propri dirigenti, tante cose negli ultimi due-tre anni sarebbero potute andare anche in maniera diversa. Sarà anche scaricato questo Massimiliano Allegri, ma com’è che succede sempre quello che indica lui per il bene dello spogliatoio e della squadra? A proposito, su Zè Edoardo il tecnico rossonero si è fatto carico, sull’episodio, del clima della squadra. Un tempo c’era così tanta classe che il buon Esajas poteva anche starci, oggi bisogna badare al sodo. E alla fine Adriano Galliani apprezza che le persone di cui ha stima, abbiano nei momenti giusti la giusta personalità. Il termometro dei rapporti in ogni caso può essere il centrale davanti alla difesa. Se arriva, alla fine succede sempre quello che auspica Allegri. E dal momento che il terzino sinistro non arriverà (Dossena ha un contratto troppo complesso), occhio al centrale di centrocampo. Non arriva, ma se arriva…
L’avvocato Chiappero, nella sua arringa più anti-interista che juventina, nel giorno del giudizio, ha dimenticato quanto sia infiammabile quel materiale che si chiama calcio. Nella foga di recuperare posizioni da parte del team legale juventino agli occhi di Antonio Conte, seduto bello vicino ai “suoi” avvocati De Rensis e Bongiorno, lo stimatissimo professionista torinese è andato francamente oltre. I passaporti, Calciopoli, i 10 mesi di squalifica paragonati alla maglia numero 10 di Del Piero…E poi vengono criticate le trasmissioni-fiume e i personaggi forti e faziosi delle tv locali…Nel calcio, bisogna stare attenti. Antonio Conte, nel giorno del giudizio, è stato veemente e accorato ma ne aveva facoltà. Ha parlato, dal suo punto di vista, della sua vicenda processuale che ha dimostrato di conoscere alla grande; ha parlato della Procura, della Corte, del suo accusatore, della sua vicenda. Giusto, di parte ma giusto, mancherebbe altro. Lo ha fatto senza note stonate, senza tirare in ballo l’Inter. Cosa mai potrà centrare, avvocato Chiappero, l’Inter con Albinoleffe-Siena e con Novara-Siena?
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