Un colpevole alla settimana. Sarà così fino a maggio. E la rabbia dei tifosi cresce 

Un colpevole alla settimana. Sarà così fino a maggio. E la rabbia dei tifosi cresce MilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini

C’è un colpevole da servire caldo in ogni occasione, il saliscendi dal banco degli imputati è come sulla scala mobile di un centro commerciale. Gabbia, Calabria, Tomori, Thiaw, Pavlovic, Chukwueze, il tormentone Leao. È il turno di Theo Hernandez, in numerosa compagnia di Emerson Royal e - perché no - Okafor. Questi ultimi relativamente a Cagliari. 

Ci sono i colpevoli cronici e storici, da Cardinale a Furlani fino a Ibra, Moncada e naturalmente Fonseca. Normale: quando le cose vanno male, si divide. Ci sono anche i colpevoli accessori come i giornalisti faziosi, gli aziendalisti, i leccaculo. 

Il mastello è ampio, contiene tutto e tutti. L’analisi dovrebbe riguardare la struttura, la rosa, la squadra. La struttura difetta nella visione, nella gestione, nella comunicazione. L’allenatore cambia, ruota, inventa: bene, a volte; troppo, in generale. La squadra non ha spina dorsale, poca personalità, invisibile upgrade. Carattere fragile, vulnerabile. Nessuna percezione del pericolo. La rosa ha valori ondivaghi.

Siamo destinati ad alti e bassi per tutta la stagione, c’è poco da illudersi. Tra un’impresa e l’altra vivremo strisce di depressione, rabbia, impotenza perché questo gruppo non ha colto come ci fossero le premesse per una stagione di avanguardia. Qualsiasi cosa si può imputare ai vertici e all’allenatore, le porte dell’aula sono sempre aperte. Il motivo però per cui passi dall’estasi di Madrid allo sconcerto di Cagliari, non riguarda affatto le differenze tra l’Italia e l’Europa, la serie A e la Champions: è semmai da ascrivere dalla cronaca pochezza di spessore, di linee guida precise (comportamentali e sportive), di carattere. 

L’umore della tifoseria è incandescente: speranza, fiducia e ottimismo vengono picconati con l’unica parvenza di continuità, di puntualità. Siamo continui e puntuali solo nel perdere occasioni, nel non accorgerci che in quel mucchio di testa ci starebbe benissimo anche il Milan, che in Champions qualsiasi sorpresa è possibile. Invece l’unica sorpresa che resta è quella di imbroccare 3 partite di fila.