Il mercato del Milan ha 2 facce e 2 voti. Su Messias, Elliott ha fatto resistenza. Adesso bisogna togliersi la spina Kessie
Il mercato del Milan è da dividere in due fasi ben distinte l’una dall’altra: per la prima merita un bel 8, nonostante le perdite secche di Donnarumma e Calhanoglu a zero, per l’ultima parte invece (riferita al ¾ ista) un 6 di stima per la storia personale di Messias. E adesso entriamo nei dettagli di questo pagellone. Dal punto di vista complessivo, la rosa del Milan attuale appare sicuramente più completa -in ogni reparto- e più ricca per i ricambi messi a disposizione di Pioli. Ripeto però un altro concetto: è impossibile pretendere che il Milan faccia meglio dello scorso torneo, dovesse replicare il secondo posto sarebbe già un capolavoro tenuto conto che questa volta c’è il girone d’acciaio della Champions che porterà via tante energie. Esiste però una variabile che è la grande aspettativa di Pioli e del duo Maldini-Massara: la maturazione dei talenti giovani. Dalle prime prove sono arrivati segnali incoraggianti da parte di Tonali, Diaz e Leao soprattutto, anche da Krunic che è stato ormai “ribattezzato” jolly del centrocampo. Se dovessero ripetersi nel rendimento eccellente anche Theo Hernandez, Tomori, Kjaer e Kessiè oltre all’inserimento felice di Giroud, allora lo scenario diventerebbe molto attraente.
MESSIAS- Su Messias c’è ora tutta la narrazione poetica del ragazzo venuto dal nulla che ripercorre la stessa strada di Torricelli alla Juve o di Matrecano col Foggia di Zeman (prelevato dalla c2). Maldini e Massara, quando hanno capito che un sosia di Calhanoglu, in circolazione non era acquistabile (i due profili vicini al turco, di valore persino superiore, De Paul e Luis Alberto) per motivi diversi, hanno cambiato indirizzo tattico e con Pioli hanno deciso di puntare su Diaz, sul tre-quartista insomma e non più sul tuttocampista per intendersi, dandogli il 10 sulle spalle addirittura come investitura solenne. Su quest’ultima trattativa c’è stata discussione tra area tecnica e proprietà: Elliott avrebbe preferito un giovane talento, un investimento per il futuro insomma, Maldini e Massara si sono forse fidati troppo di un calcolo che non si è realizzato (vedrete che alla fine pur di liberarsi di alcuni stipendi ci saranno opportunità sul mercato). A sentire Ezio Rossi, il primo allenatore di Messias, il vero ruolo del brasiliano è il 7, alternativa offensiva dunque a Saelemaekers e Castillejo, rimasto nonostante sia chiuso. Perciò la definizione dell’affare è avvenuta alle due di notte quando il Crotone ha accettato la formula del prestito iniziale.
SPINA KESSIé- Completato il mercato, adesso resta sul tavolo del Milan la questione Kessiè. È venuto il tempo di “stanare” l’interessato che aveva promesso “torno a Milano e sistemo tutto io”. Intendiamoci: bisognerà ripristinare anche un rapporto distensivo col procuratore così da eliminare anche qualche incomprensione iniziale. Sulle cifre non c’è più molto da discutere: il Milan può arrivare al massimo di 6,5 netti l’anno per 4 anni, cioè triplicando lo stipendio attuale. E visto che Lautaro, nell’Inter, ne guadagnerà 6, si può tranquillamente sostenere che è un bel prendere per Kessiè. Qualora insistesse sulla richiesta di 8,5 all’anno sarebbe il caso di comportarsi come con Donnarumma e cioè fissare una data entro la quale deve arrivare la risposta definitiva, prendere o lasciare. E così avere tutto il tempo per dedicarsi alla sostituzione. Piccolo suggerimento finale: poiché comunque a gennaio Kessiè e Bennacer andranno in coppa d’Africa, non sarebbe il caso di far rientrare a gennaio Adli dalla Francia così da cominciare subito l’apprendistato e magari averlo a disposizione in caso servisse?
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