Mai così in bilico e si pensano a tagli immediati. E Sassuolo può essere di nuovo decisivo. Su Conte possibile cambio di visione
Mai come in questo Natale, Stefano Pioli è stato così in bilico. La sua panchina è fortemente traballante, anche se il club ha fatto filtrare la volontà di andare avanti con lui, ma non senza interventi su chi lavora a Milanello. Già, perché nel mirino della società è finito lo staff dell’allenatore, reo dell’ecatombe di infortuni che si è aggravata ulteriormente con il 30° stop della stagione, ovvero quello di Fikayo Tomori. Sarà un Natale di profonde riflessioni, anche in base a quello che sarà il primo intervento da Senior Advisor di Zlatan Ibrahimovic, che darà il suo punto di vista sulla situazione all’ad Giorgio Furlani, al dt Geoffrey Moncada e al ds Antonio D’Ottavio.
Ma la volontà del Milan di proseguire con Pioli non vuol dire che l’allenatore non sia costantemente sotto pressione. Dei risultati negativi tra Sassuolo, Cagliari (in Coppa Italia a San Siro) e Empoli potrebbero costringere la dirigenza ad esonerarlo. Difficile pensare a delle dimissioni, visto anche il contratto in essere fino al 30 giugno 2025 da 4.5 milioni all’anno che il coach ha attualmente in vigore (rinnovato da Maldini e Massara il 31 ottobre 2022, dopo la sconfitta con il Torino e con le prime avvisaglie del crollo e con una durata discutibile visto che anche loro, prima del licenziamento, avevano pensato all’esonero di Pioli).
Pioli, poi, sarà messo anche nelle condizioni di non poter intervenire troppo sulla questione staff poiché, in caso di opposizione a una eventuale rimozione di quegli elementi che sono legati a lui, si troverebbe poi nella scomoda posizione di dover scegliere se dimettersi o meno. Insomma, da ogni angolo la si guardi, il Milan è una polveriera che rischia di esplodere a ogni passo falso. La proprietà è arrabbiata per la situazione infortuni e ha deciso di intervenire in quell’area specifica per cercare di risolvere un problema che, sotto la gestione Pioli, è una costante. Ad oggi è da escludere la soluzione interna per un eventuale avvicendamento, con Ignazio Abate preservato e tutelato nel suo percorso di crescita. È altresì vero che in caso di tracollo, dirigenza e proprietà dovrebbero intervenire in via definitiva, andando anche a cambiare le proprie visioni su alcuni allenatori top oggi a spasso (plebiscito dei tifosi per Antonio Conte) poiché, oltre ad un allenatore bravo e uno staff capace di invertire il trend fisico, servirebbe anche un nome da dare in pasto alla piazza.
Ma l’avventura di Pioli al Milan, anche in caso di vittoria di un trofeo, è ormai entrata nelle pagine finali. Per l’estate la dirigenza milanista ha in Thiago Motta un profilo molto gradito per qualità del gioco espresso dal suo Bologna, valorizzazione dei giocatori e anche capacità comunicativa (laddove Pioli sta peccando da tempo con dichiarazioni che non sono apparse “da Milan” nemmeno dopo Salerno) ma anche Vincenzo italiano (che è il profilo preferito da De Laurentiis per il Napoli) è un nome osservato con attenzione così come quello di Farioli del Nizza. Ma Conte, che fino a qualche settimana fa non rientrava nei piani, potrebbe essere davvero l’uomo giusto e per lui, il Milan, sarebbe il posto giusto per ripartire, con la fame di vittoria che potrebbe prevaricare l’assenza di diversi milioni nel suo eventuale ingaggio. De Zerbi, milanista di titanio, sembra orientato a rimanere in Premier League dove, al termine della stagione, potrebbero arrivare delle offerte serie da qualche big.
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