Mercato chiuso? No, servono ancora interventi strutturali! Sembrava il Milan di Pioli. Morata ha già capito tutto

Mercato chiuso? No, servono ancora interventi strutturali! Sembrava il Milan di Pioli. Morata ha già capito tuttoMilanNews.it
lunedì 19 agosto 2024, 11:23Editoriale
di Pietro Mazzara

 Partenza lenta, dove sabato sera non si è visto nulla del Milan di Fonseca e di quel cambiamento di cui hanno parlato sia l’allenatore portoghese sia Zlatan Ibrahimovic nel corso delle varie conferenze stampa. È sembrato il Milan di Pioli, l’ultimo Milan di Pioli, quello sfilacciato tra i reparti, senza una fase difensiva generale collaudata e con il solito, annoso, problema di attacco alla porta. Perché un conto sono i tiri verso la porta di Milinkovic-Savic, e un conto è indice di pericolosità e la sensazione che si viene a creare quando il Milan attacca. Ecco, siamo fermi alla scorsa gestione tecnica, dove il riempimento efficace dell’area di rigore e le scelte giuste da parte dei protagonisti latitavano. Anche contro il Torino si sono rivisti i fantasmi del passato. In ordine sparso: Thiaw che non trova mai la conclusione vincente di testa pur trovando la posizione ideale, Leao che si mangia un gol che Vinicius o Rodrygo fanno a occhi chiusi, Jovic che non ne struscia mezza e conferma la sua non idoneità a fare il riferimento unico in attacco, Chukwueze che non si accende e così via. Le scelte iniziali di Fonseca, poi, hanno destato non poche perplessità. Perché rinunciare fin dall’inizio a Theo e Reijnders, oggi, non è un qualcosa che questo Milan può sostenere. Saelemaekers è stato mandato come un soldato all’arma bianca contro Bellanova e Thiaw titolare è una scelta che è difficilmente comprensibile, visto che anche nel pre campionato non era apparso così brillante. La panchina ha evitato la sconfitta, ma per Fonseca c’è ancora tanto (forse troppo) da aggiustare, a partire dalla mentalità.

Alvaro Morata ha centrato il punto: questa è una squadra che la necessità di diventare più stronza, più cattiva, più determinata e smaliziata. C’è un atteggiamento sempre da bravi ragazzi, fin troppo. Serve una testa diversa, una fame diversa, una cattiveria diversa in ogni ruolo e nell’interpretazione globale delle partite. E sono le stesse parole che, in passato, erano riecheggiate da Tonali e Kjaer. Non benissimo... È un Milan che dovrà attingere da “The Animal” Pavlovic e dalla corsa e determinazione di Fofana, ma anche gli altri devono tirar fuori gli attributi. Theo Hernandez, sotto questo aspetto, è stato lasciato solo tra i giocatori di movimento dopo gli addii di Kessié, Tonali, Krunic ma anche Calhanoglu stesso. C’è bisogno che i giocatori capiscano che quello che si è visto sabato è un Milan non accettabile e lo deve capire anche l’allenatore. Perché va bene i bravi ragazzi, ma bisogna menare per vincere perché nessuno ti regala nulla e anche domenica contro il Parma, il Milan giocherà contro un avversario che avrà la bava alla bocca. 

Capitolo mercato: la rosa è stata rinforzata, ma non è completa. Se sulla punta si è deciso di puntare su Morata, su Okafor (santo Noah, quanto sei sottovalutato), Jovic (funziona solo da seconda punta) e sulla crescita di Camarda, è in mezzo al campo che serve ancora qualcosa. Adli, Pobega e Bennacer sono tutti con un trolley pronto e se Tommaso sta lavorando con il club e il suo entourage per trovare la soluzione migliore, per Yacine e Ismael ci sono situazioni diverse. Il primo ha diverse proposte esotiche, lui non vorrebbe andare via dal Milan, ma rischia di finire fuori sia dalla lista per la Serie A sia (più ovvio) da quella per la Champions League. Non gli conviene a livello di carriera. Per Bennacer serve un’offerta per il cartellino. Isma dopo l’infortunio al ginocchio non è più tornato quello di prima e se la sua partenza dovesse servire a prendere Manu Koné del Borussia Monchengladbach, allora ben venga la cessione. E poi servirebbe un vice Theo vero. Terracciano e Saelemaekers in quella posizione hanno dimostrato di andare in tilt.