Modestia collettiva e follie dei singoli. Gli sbagli di Conceiçao (che adesso ha un'occasione). La lezione di Evani. Atalanta e Juve, altre storie
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L'allenatore più vincente della storia, Carlo Ancelotti, mi ha sempre detto - sin da quando giocava - che la fortuna e la sfortuna nello sport non esistono. Esistono le energie, quelle positive e quelle negative, che quando sei in buona ti aiutano, quando non le cerchi, non le coltivi e non le insegui, ti abbandonano. Così se anche in una notte infelice come quella di Zagabria, uno dei tuoi top player si inventasse la giocata risolutoria, potresti non perdere. Esattamente come a Rotterdam. Così a San Siro, nel ritorno contro il Feyenoord e in vantaggio dopo neanche un minuto, segneresti il secondo per poi portarla a casa.
Invece - nella spirale di una stagione così tormentata - in Croazia prima un errore tecnico di Gabbia (sempre uno dei migliori) poi una follia gratuita di Musah, ti mettono in ginocchio. In Olanda una papera di Maignan ti stende e non riesci a recuperare, avendo ancora tutto il tempo. A Milano in pieno controllo sbagli ogni opportunità di raddoppio, Theo prima si fa ammonire come un bimbo isterico e capriccioso, poi consegna all'arbitro il pretesto per il secondo giallo che - per me - fosse stato un qualsiasi altro giocatore, non avrebbe mai ricevuto. Nel primo tempo, dopo uno svenimento assai più plateale di Joao Felix, il portoghese era stato semplicemente invitato a rialzarsi.
Spostare il riflettore sui singoli non è un esercizio che aiuta l'analisi, a individuare le responsabilità. Dall'inizio della stagione questa squadra è stata capace di mettere in bella mostra i suoi limiti assai più che le virtù: l'unico elemento di continuità è la modestia, il tono mediocre. Si sono aggiunti i cali di condizione di Fofana, Reijnders e Pulisic e complicare le cose. Il Milan è fuori dalla lotta scudetto da mesi e adesso fuori anche dalla Champions, perché è quello che ha saputo esprimere collettivamente e individualmente.
Sergio Conceiçao ha preso di petto la situazione sin dal primo momento, forse con sin troppa energia e severità, ma nell'intento di scuotere il torpore di un ambiente molle e assopito. Continua a ripetere che l'allenatore è sempre con la valigia in mano: vorrei sentirgli dire che il suo obiettivo è rimanere qui molti anni e vincere. Suo malgrado adesso ha un'occasione: da qui a maggio avrà le settimane libere, purtroppo, per poter finalmente lavorare più a lungo sui suoi concetti di calcio, di organizzazione, che fino ad oggi si sono visti sporadicamente e sono stati comunque sovrastati, a breve termine, dalla mediocrità collettiva. Ci sono il recupero di Bologna e le 2 semifinali di Coppa Italia in mezzo (magari anche la finale...), altre occasioni ghiotte per arrivare in un piccolo porto confortante pur con una barca scalcinata e dopo molte burrasche: un altro trofeo, un posto Champions. Perdere anche queste opportunità servite dal destino, sarebbe tragico e fatale per lui e per molti che potrebbero altrimenti non avere un futuro rossonero.
Pochi giorni fa Chicco Evani è intervenuto in una diretta sul mio canale YouTube, Milancommunity. Alla domanda: come si risolve questo problema atavico della mentalità?, ha risposto che tutte le componenti devono lavorare, remare alla stessa maniera, con gli stessi obiettivi. In armonia, coesi, determinati. L'unione fa la forza, si dice. Quello che manca e quello che serve. Un concetto che può apparire scontato per quanto banale, invece è la linfa.
Il mal comune delle 3 eliminazioni su 4 in Champions, è zero gaudio: crolla il ranking, sparisce la 5a italiana nella prossima stagione, anche il danno di immagine è cospicuo così come quello economico. Le storie naturalmente sono diverse: l’Atalanta è una realtà che continua a sorprendere con meno pressioni e obblighi rispetto ai grandi club, la Juventus ha intrapreso un percorso assai poco virtuoso finanziariamente, ma di ambiziosa ricostruzione. Una forse è a fine ciclo (ma resta in corsa per il campionato e l’anno prossimo sarà comunque ancora in Champions...), l’altra è all’alba e vedremo che giorno sarà. L’eccezione, purtroppo, resta il Milan.
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