.Siamo preoccupati. Ibra, il contratto migliore. Viva il calcio dei 20 milioni a botta
"Non vado dove c'è confusione", la frase dell'estate 2016. Cinque anni dopo, c'è più confusione nel curriculum di chi l'ha pronunciata che nel Milan. Ma la lista di quelli che, appena arrivano sulla via del Sassuolo, vengono colti dalla folgorazione di fare i fenomeni sul Milan, si è appena allungata. e alla grande. Ne riparleremo fra qualche anno anche in questo caso. La prendo alla larga per orgoglio d'appartenenza, ma non mi nascondo il problema. Da sette anni a questa parte, dal Sassuolo (ma perchè gioca a Reggio Emilia dove tifano la Reggiana?), arrivano quasi solo sfighe e alcune sconfitte pesanti. Negli ultimi cinque campionati cinque (immagino che bruci, esattamente come brucia a noi adesso) abbiamo sempre vinto in casa loro, ma quando nel 2014 venne cacciato Massimiliano Allegri non iniziò una era fulgida. E quando nel gennaio 2015 il Milan perse in casa in rimonta 1-2 dal Sassuolo dopo il gol di Poli, iniziò un periodo pessimo per i rossoneri passati dalla zona Champions ad un campionato anonimo e lontano dalle coppe. Per non parlare del mercato, nel quale hanno solo dato agli altri (da Politano a Sensi) e dal Milan hanno solo preso (Locatelli). Ma quel che è stato è stato, adesso bisogna alzare la guardia. Se perdi col Sassuolo occhio che arriva un periodo contrastato, dice la storia. Ed è proprio qui che il Milan deve reagire, è qui che il Milan deve sfatare il tabù, è qui che il Milan deve rimanere compatto e consapevole del problema. Carlo Ancelotti mi diceva sempre che "preoccuparsi non significa pensare negativo", significa "pre-occuparsi", e cioè occuparsi prima di un problema per affrontarlo e risolverlo prima che si manifesti. Ecco, preoccupiamoci. Costruttivamente, ma pre-occupiamoci.
Il contratto firmato giovedì è il migliore dei tre firmati da Ibra nel suo secondo periodo rossonero. Quello del gennaio 2020 era un periodo di prova reciproco. Quello dell'agosto 2020 era arrivato dopo un periodo di stacco, di stasi, di semi-vuoto. E la stagione ne ha risentito. Quello dell'aprile 2021 mi sembra invece quello più voluto, ragionato, programmato, firmato con le idee chiare e senza zone d'ombra e parentesi. Mi sembra quello che nasce meglio, all'insegna della continuità e della programmazione. Con diverse clausole che, visto che sono state firmate, sottintendono la voglia da parte di Zlatan di vincere tutte le sfide che spuntano fra le righe.
Dunque dite che la Superlega era una cazzata, un obbrobrio, una cattiveria, un affronto, una ingiustizia, un mostro sportivo. Bene, vi seguo. Quindi restiamo nel calcio bello, buono, sentimentale, romantico, restiamo nel calcio delle favole. Bene sono felice, adesso chiedo solo alla retorica dittatoriale del politicamente corretto dei social di avvisarmi. Chiedo di avvisarmi quando il buon samaritano la smetterà di avere il tono da satrapo che minaccia rappresaglie (arbitrali? No, quelle contro tutte le squadre italiane nelle coppe ci sono sempre state) contro i club più deboli economicamente e di avere toni mielosi con i suoi amici sceicchi di Parigi e di Manchester. Avvisatemi quando si capirà che lingua parla Suarez, se ci sono ancora quelli che fanno tamponi disinvolti, se ci sono ancora procuratori dai 20 milioni di euro di commissioni a botta (nel calcio della gente e dei valori sportivi spariranno vero?), se i test antidoping si possono fare senza subire scenate, se e quando si giocherà Lazio-Torino, se e quali sono gli sponsor cinesi. Ricordo che ne parlai un paio d'anni fa e la tattica militare contro di me fu esemplare: video isolato ad arte da qualche sgherro, sito colorato che lo rilancia scatenandomi contro il branco volgare e insultante. Che se la veda Bloomberg con questi, perchè sono costretto a confessare di non avere tempo. Nè di dire l'avevo detto, nè di applaudire al calcio buono e solidale che trionfa dopo la Superlega. Perchè contrariamente a don Roberto (cit.) noi con la Lazio ci andiamo a giocare e lo diciamo. Ben sapendo che sarà dura, maledettamente dura, tremendamente dura.
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