...Non sono alieni: Guardiola e i suoi mostrano il lato umano del Barcellona

...Non sono alieni: Guardiola e i suoi mostrano il lato umano del BarcellonaMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
venerdì 30 marzo 2012, 21:30Focus On...
di Emiliano Cuppone

Si era già intuito il 13 settembre scorso, l’aveva sottolineato il mai banale Alessandro Nesta dopo il 2-2 al Camp Nou, da quel momento qualcosa è cambiato, ma dopo il secondo pareggio stagionale contro il Barcellona si ha la certezza che i blaugrana non siano poi così inarrestabili.
Quelli che vengono definiti gli alieni di Guardiola a distanza di 29 mesi dall’ultima volta non hanno trovato la via del gol in Champions, 34 partite e 92 reti dopo lo 0-0 sul campo del Rubin Kazan. Il Milan in versione esercito spartano gettato in campo da Allegri mercoledì ha raccolto un pari importantissimo, uscendo dall’inferno di un San Siro in formato Termopili con un pareggio che vale doppio grazie alla rete rimasta inviolata.
La reazione dei catalani, impegnati a scagliarsi contro il manto erboso dello stadio milanese, conferma che anche i “buoni per antonomasia” possono avere reazioni umane ed un po’ fuori luogo. L’armata persiana del filosofo Pep è apparsa finalmente terrena, già in campo quando nel secondo tempo ha iniziato a far girare la palla con meno precisione, lasciando spesso l’iniziativa al Milan. A fine match, poi, si è scatenata la rabbia di chi è solito lodare l’avversario, mostrando un gran sorriso davanti alle telecamere, dispensando complimenti ed irradiando l’etere di umiltà e buonismo.
Massimo Ambrosini e compagni hanno toccato gli alieni, hanno potuto constatare di persona che Messi è fatto di carne ed ossa esattamente come loro, che alla fine i blaugrana sono molto più umani di quanto si posa pensare. La squadra di Allegri ha toccato nell’anima l’armata catalana, è riuscita ad innervosirla, e porre un freno alla “fiera del bel calcio” che arriva da Barcellona, il circo itinerante di Guardiola ha scoperto qualcuno dei suoi trucchi, si sono intraviste “le reti” sotto i piedi degli equilibristi del calcio champagne.
Forse è facile dispensare complimenti e lodi per l’avversario sconfitto ma fiero, non ci vuole poi tanto ad essere sereni quando si vince, più complicato levarsi il cappello di fronte allo sfidante che in una maniera o nell’altra ha saputo tenere testa all’armata invincibile.

La reazione nervosa e meno umile del Barcellona è il sintomo che il Milan ha trovato la chiave per mettere in crisi il mostro blaugrana, che ha saputo minare il mondo perfetto di Guardiola con la grinta e l’abnegazione di un 11 tutto cuore e voglia di vincere.
La reazione di Silvio Berlusconi è comprensibile (si spera che il ritrovato orgoglio presidenziale si tramuti in investimenti ed acquisti importanti, più che in un’assurda bocciatura per l’encomiabile Allegri), i tifosi del Milan non sono abituati ad accettare di non riuscire a dominare sul campo con un gioco di qualità superiore. La supremazia, però, non si mostra solo sul piano del palleggio, il calcio non è solo passaggi veloci e grandi giocate, è fatto di sudore e corsa, di qualità tattica oltre che tecnica. Il Barcellona è stato da poco eletto il team più forte del secolo, gioca un calcio splendido e coinvolgente, capace di irretire qualsiasi avversario con una trama di passaggi al limite dello stucchevole, sino a trovare l’imbucata giusta per affondare il malcapitato di turno. Il Milan di oggi (forse qualsiasi altro Milan nella storia) non è in grado di tenere il confronto su questo piano, la formazione di Allegri è costruita più per la verticalizzazione, gestisce meno il pallone rispetto alla tradizione rossonera, a maggior ragione quando si trova al cospetto del Barcellona.
Allo stesso tempo, però, l’attenzione difensiva del diavolo è altra cosa rispetto all’allegra linea arretrata blaugrana, l’abnegazione e la voglia mostrate dalla squadra del mister toscano l’altra sera sono un’arma unica ed altrettanto efficace. Le due formazioni brillano sotto punti di vista diversi, più accessibile e gradevole quello catalano, più da intenditori e sofferto quello del Conte Max.
Il Milan sorprende, riesce a stupire e mette in crisi l’aura extraterrestre del Barcellona, i catalani tornano umani, s’innervosiscono, s’arrabbiano ed attaccano anche fuori dal campo, è arrivato il momento di scagliare la lancia, al Camp Nou ci vorranno ancora 11 spartani in rossonero ad affrontare l’armata persiana di “Serse” Guardiola.