Ancelotti: "Nel calcio italiano c'è un prima e un dopo Sacchi"

Ospite di PoretCast di Giacomo Poretti, il tecnico del Real Madrid Carlo Ancelotti ha analizzato tanti temi legati all'attualità del mondo del calcio, partendo dal rapporto con il risultato più odiato: "La sconfitta non deve essere un trauma ma una opportunità di capire cosa non ha funzionato, è un allarme da tenere in considerazione. La gestione più importante della sconfitta parte dall'autocritica, mentre la tendenza nel mondo del calcio è la ricerca del colpevole. Che poi è facile da trovare... è l'allenatore (ride, ndr)".
Quanto è stata importante per te la figura di Sacchi?
"C'è un prima e un dopo Sacchi nel calcio italiano: ho avuto grandissimi allenatori, Cesare Maldini, Liedholm, Eriksson, Capello, Bearzot... ma Sacchi è stato un innovatore, a livello di strategia di gioco e di metodologia di lavoro. Ha cambiato tantissimo e le sue idee riescono ad essere ancora molto attuali, alcuni suoi insegnamenti cerco ancora di spiegarli ai miei giocatori".

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