Nesta su Maldini: "Io venivo da Roma con il capello stirato, sandali e bermuda, lui mi ha insegnato come si stava al Milan. E' stato il miglior difensore del calcio mondiale"

Nesta su Maldini: "Io venivo da Roma con il capello stirato, sandali e bermuda, lui mi ha insegnato come si stava al Milan. E' stato il miglior difensore del calcio mondiale"MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
Ieri alle 20:40Gli ex
di Niccolò Crespi

Lunga chiacchierata tra Alessandro Nesta e Luca Toni sul canale YouTube di Prime Video Sport. Lo storico difensore centrale, oggi allenatore del Monza, ha parlato lungamente anche del suo periodo in rossonero. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:

Avevi già l’idea di andare all’estero? 

“Avevo già pronto tutto per andare in Canada. Non ero pronto per smettere totalmente mentalmente, da 100 a 0 è difficile per me. Il problema è quando ho smesso veramente, lì sono andato giù mentalmente. Dopo l’India ho detto basta. Poi sono andato a Miami con mia moglie, ci siamo rimasti per 10 anni. Avevo già casa, ci andavo d’estate e mi piaceva. Ma sono stato talmente tanto sul divano che sono rimasto giù mentalmente, lo ammetto. Io ho sofferto proprio, tutti i giorni erano uguali: mia moglie mi portata ai Caraibi, albergo super e io dopo un giorno volevo andare via. Mia moglie non mi ha cacciato di casa perché mi vuole bene, una santa. Allora mi sono detto che dovevo rimettermi in gioco. Non avevo più l’adrenalina, mi mancava la competizione. Depressione grossa no, ma rompevo le scatole in casa. Tra un po’ anche il cane me lo diceva. Avevo bisogno di tornare nel calcio e l’unico modo per farlo era da allenatore. Da dirigente no, non mi piace. Sono un uomo di campo, devo cercare di incidere ogni domenica. È un percorso che farò e che magari mi porterà da qualche parte. È più bello giocare, ma poi mi ha preso e ti sale l’adrenalina, cambi mentalità”.

Nesta e Maldini, che coppia in difesa

“Ci avevo già giocato insieme in Nazionale, poi sono andato al Milan. È il più forte difensore in assoluto per qualità fisica e mentale. Sbagliava anche lui, pochissimo, ma quando sbagliava non lo intaccava per niente. Sempre sul pezzo, parlava poco. Il migliore del calcio mondiale. Mi ha insegnato la mentalità. Io venivo da Roma con il capello stirato, sandali e bermuda, lui mi ha insegnato come si stava al Milan. Aveva una forza… A 40 anni andava ancora come un treno. È stato il più forte, l’unica persona che quando incontro mi mette in imbarazzo. Perché? Non lo. Imbarazzo nel senso che è diverso dagli altri”.